IL CONIGLIO MANNARO

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Lun, 01/09/2023 - 23:49
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Il potere centrale si è rafforzato, ma i problemi economici sono ancora sul tavolo e frenano lo sviluppo

.coniglio cinese

Alla vigilia del capodanno cinese, che inizierà domenica 22 e ci porterà nell’anno del coniglio d’acqua, torniamo a parlare del Celeste Impero. Nel mondo globale del XXI secolo, infatti, un battito d’ali di farfalla in quella parte di mondo se non provoca una tempesta da noi, certamente un po’ di rumore lo fa. Per cui bisogna ancora guardare alla Cina per capire dove stanno andando le nostre economie.

I festeggiamenti del Capodanno, che culmineranno il 5 febbraio con la Festa delle Lanterne, porteranno molti cinesi a viaggiare e a muoversi in tutto il mondo, compresa l’Europa. È per questo che si è giustamente diffuso il grande timore di una nuova ondata di covid, dopo la decisione di liberalizzare gli spostamenti e l’abolizione della politica “zero-covid”.

.festa delle lanterne

Da un estremo all’altro: la tolleranza zero non aveva portato alcun beneficio, né lo avrebbe portato in futuro. La svolta si potrebbe avere solo con un vaccino efficace e diffuso su tutta la popolazione. I cinesi hanno rifiutato sdegnosamente le offerte di aiuto da parte degli occidentali, lamentandosi anche delle misure introdotte per i voli in arrivo dalla Cina, e chi conosce la cultura di quelle popolazioni certamente non si è sorpreso.

Il covid resta quindi la prima variabile critica per l’economia cinese, non solo per l’andamento del loro sistema produttivo, ma anche per gli effetti espansivi che il ritorno alla produzione provocherà sui mercati delle materie prime. Il trend negativo iniziato lo scorso anno, e continuato fino ad oggi, è dovuto proprio all’impatto della pandemia. È ragionevole attendersi che, se il problema covid fosse finalmente risolto, la Cina tornerebbe a correre recuperando ben presto il tempo perso.

.water rabbit

L’altro elemento di (parziale e non inattesa) novità nel panorama cinese è il consolidamento della posizione di forza della leadership di Xi Jinping con il recente XX congresso del Partito Comunista Cinese di ottobre scorso. In passato l’andamento dell’economia era un benchmark importante in occasioni del genere, perché testimoniava la buona salute dell’impero.

Questa volta, invece, il potere del numero 1 si è rafforzato nonostante i negativi risultati della produzione, in netto calo e inferiori agli obiettivi annunciati. Rispetto al +5,5% del piano, il PIL del 2002 si è fermato al 2,8%, più o meno quello che era stato l’anno prima (+2,6%). Per la prima volta dal 1990, il PIL cinese è risultato inferiore a quello dell’intera area asiatica (+5,3%).

L’inflazione nell’anno appena concluso è stata del 2,8%, ed è prevista all’1,9% in quello appena iniziato: un’inezia rispetto a quella che corre in occidente, ma pur sempre significativa per il Dragone.

Si può a ragione ben parlare di crisi per un’economia abituata nell’ultimo trentennio a crescere al ritmo della doppia cifra ogni anno. E tuttavia la recessione è ancora ben lontana, al contrario di quello che succede da noi.

.real estate

Se la pandemia è stata la causa principale di questo (temporaneo) declino, il detonatore è stato indubbiamente il settore immobiliare, che tradizionalmente vale il 30% del PIL cinese, entrato in una crisi strutturale fina dal 2020. Per cercare contenere i prezzi in costante crescita delle abitazioni, il governo ha varato due anni fa una stretta creditizia che ha avuto l’effetto devastante di soffocare molti operatori del settore, a partire dal gigante delle costruzioni Evergrande, il cui default vale circa 300 miliardi di dollari.

Ora che i buoi sono scappati, si sta cercando con grande fatica di chiudere la stalla, con l’introduzione di norme che possano agevolare la concessione di mutui e prestiti ipotecari.

Un altro fattore di destabilizzazione degli ultimi due anni è stato il contrasto del Governo alle multinazionali tecnologiche, che stavano creando un vero e proprio potere parallelo. Significativa è a questo proposito la parabola di Jack Ma (arrivata in questi giorni alle sue battute finali), il fondatore e Ceo del gigante del commercio online Alibaba.

Le misure introdotte contro le società quotate nelle borse estere hanno avuto l’effetto di deprimere il mercato finanziario cinese, che non è ancora riuscito a recuperare le posizioni perdute. Se in un primo tempo il crollo dei listini poteva essere visto con un certo favore dal governo, che aveva modo così di ricomprarsi a prezzo di saldo le azioni dei giganti del mercato tecnologico acquistate a piene mani dagli investitori esteri, ora la difficoltà del mercato azionario cinese è un vero e proprio problema al quale certamente verrà posto rimedio.

.capodanno cinese

Infine, un ruolo non secondario è stato giocato anche dalle difficoltà dei mercati delle materie prime, che all’inizio ha provocato difficoltà di approvvigionamento e poi notevole incremento dei prezzi.

Sullo sfondo di questa situazione non facile per il governo di Pechino, anche la guerra potrebbe rappresentare un ulteriore problema. Non tanto quella fra Russia e Ucraina, sulla quale Xi ha tenuto un atteggiamento neutrale, avvantaggiandosi degli effetti economici dell’embargo alla Russia. Lo spettro per i mercati è quello di Taiwan, un capitolo che molto probabilmente verrà aperto nel corso di quest’anno.

La crisi diplomatica, e l’inevitabile contrasto con gli Stati Uniti e l’Occidente, porterà un isolamento che certo non potrà giovare al rilancio dell’economia cinese, basata sul commercio e l’apertura dei mercati.

Tuttavia secondo l’oroscopo cinese il coniglio d’acqua – animale tranquillo, gentile elegante - è portatore di pace e responsabilità, così come la tigre del 2022 preannunciava l’arrivo dei colpi di scena; il bue del 2021 rappresentava pazienza e forza e il topo del 2020 minacciava grandi sconvolgimenti, che in effetti ci furono.

.oroscopo cinese

Numerose, come si è visto, sono le variabili che stanno ancora frenando il Celeste Impero. Tuttavia, se dovessimo scommettere, punteremmo sulla ripresa dell’economia cinese. Se il covid verrà finalmente depotenziato, e se eviterà di far deflagrare lo scenario di Taiwan, il Dragone avrà la possibilità di recuperare ben presto il terreno perduto.

Chi è già investito sulla Cina dovrebbe quindi avere ancora un po’ di pazienza; e forse per gli altri non sarebbe una cattiva idea entrare ora – ai livelli minimi di prezzo - in questo mercato, pur tenendo presenti i rischi che comporta.