Pillole di Finanza: le buone azioni
È vero che le azioni sono molto più rischiose delle obbligazioni? E cosa bisogna guardare se decidiamo di comprarle? Questo l'argomento che iniziamo a trattare nella pillola di oggi.
Il primo punto ha una risposta abbastanza semplice: sí, le azioni sono rischiose, e normalmente incorporano un rischio maggiore rispetto alle obbligazioni dello stesso emittente.
Questo é vero in via del tutto generale, ma non significa che le obbligazioni siano prive di rischio. Anzi, oggi si tende a ridimensionare il rischio equity (cioè connesso con strumenti di capitale, e quindi con le azioni) rispetto al rischio debito (cioè quello incorporato in strumenti di debito, tipicamente le obbligazioni).
Negli ultimi tempi i mercati obbligazionari si sono dimostrati molto volatili, sia a causa dei tassi che dell'affidabilità degli emittenti. E inoltre, essendo mercati più "sottili" (ovvero con relativamente pochi quantitativi trattati), bastano pochi ordini in acquisto o vendita per provocare notevoli oscillazioni dei prezzi.
Sul punto torneremo in modo più approfondito in una delle prossime pillole, ora concentriamoci sulle azioni.
Le azioni sono le parti ideali in cui é suddiviso il capitale sociale di un'azienda. Chi ne é proprietario, é quindi, proporzionalmente, proprietario dell'azienda. La proprietà consente di esercitare due tipi di diritti: diritti societari e diritti patrimoniali. I primi riguardano la possibilità di prendere parte alle assemblee societarie (per l'ammissione alle quali é infatti richiesto un biglietto che viene rilasciato a chi dimostri il possesso delle azioni); i secondi il diritto a ricevere pro-quota i dividendi deliberati, il diritto a esercitare l'opzione in caso di aumenti di capitale e il diritto al riparto pro-quota del netto residuo in caso di liquidazione.
In pratica, ciò che interessa gli investitori, sono solo due aspetti:
- il dividendo;
- la possibilità di negoziare il titolo sul mercato quando vogliamo venderlo.
Questi due aspetti sono in realtà correlati e discendono (a parte fenomeni speculativi o politiche di bilancio anomale) dalla circostanza che la società emittente realizzi buoni risultati economici nella sua attività produttiva.
Infatti, se la società é redditizia, avrà bilanci in utile che consentiranno di distribuire dividendi (al netto della parte di utile accantonata per rafforzare il capitale). E inoltre, siccome il prezzo delle azioni (in un mercato perfetto) rappresenta il valore attuale dei flussi di reddito futuri (ovvero il valore ad oggi del totale dei dividendi che verranno distribuiti negli anni a venire), tanto migliori sono le prospettive aziendali tanto maggiori saranno gli utili attesi e quindi il suo prezzo. Se il prezzo sale, significa che molti investitori vogliono comprare quel titolo, e allora chi lo possiede potrà venderlo realizzando un guadagno.
Se il prezzo invece scende, non necessariamente si dovrà subire la perdita per cassa: se riteniamo che la diminuzione sia temporanea, possiamo mantenere il titolo in portafoglio nella speranza o nell'aspettativa che torni a crescere e la perdita non si verifichi.
Quindi, per rispondere alla prima domanda, il rischio connesso a un investimento in azioni si concretizza nella possibilità di non ricevere i dividendi e nella eventualità che il valore di mercato del titolo si riduca, fino al l'impossibilità di vendere le azioni quando la società si trova in default (ovvero in stato fallimentare, nell'impossibilità di onorare le proprie obbligazioni).
Il primo suggerimento, elementare, é dunque quello di investire in società solide, con buone prospettive di reddito e di sviluppo, e in settori produttivi in crescita.
Vedremo nella prossima pillola quali sono gli indicatori da valutare nelle decisioni di acquisto di azioni.
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