Pillole di Finanza: tassi negativi, inflazione e liquidità del sistema
Abbiamo visto la settimana scorsa come funziona il tasso fisso, nel caso del BTP. Altre tipologie di titoli di stato a tasso fisso sono i BOT e i CTZ, che funzionano però in modo diverso.
Prendiamo i BOT: sono titoli a scadenza inferiore all’anno, e possono essere comprati o in emissione (tramite la banca al momento dell’asta del Tesoro) oppure sul mercato secondario.
In questo momento per un investitore i Bot non sono un argomento molto divertente, perché hanno tutti quanti un tasso negativo. Ciò vuol dire, ad esempio, che se compriamo un BOT con vita residua di 6 mesi (ad esempio quello con scadenza 14/6/2017) anziché guadagnare l’interesse, lo dobbiamo pagare. Quel titolo infatti il 1° febbraio scorso ha chiuso con una quotazione di 100,136 pari a un rendimento di -0,38%. In pratica, il 1° febbraio (con valuta di regolamento 3/2, sempre 2 giorni dopo) per acquistare 100.000 € di valore nominale del BOT 14/6/2017 avremmo dovuto pagare 100.136 €, al fine di ricevere alla suddetta scadenza 100.000 €.
Non è facile spiegare il concetto di tasso negativo. Dobbiamo prendere in considerazione due fenomeni: l’inflazione e la liquidità nel sistema. Sono concetti piuttosto complicati, che richiederebbero pillole ad-hoc, ma proviamo a semplificare al massimo.
L’inflazione è il fenomeno di aumento generalizzato del livello dei prezzi. In alcuni momenti storici questo fenomeno è stato particolarmente marcato, oggi è molto contenuto, intorno al 2%. Si ritiene anzi che un certo livello di inflazione sia necessario al buon funzionamento del sistema perché induce una crescita almeno inerziale. L’inflazione del 2% annuo significa che lo stesso bene o servizio che oggi costa 100 fra un anno mediamente costerà 102. Quindi in sostanza, che il potere di acquisto di chi oggi ha 100 Euro fra un anno sarà lo stesso di chi avrà 102. In sostanza la capacità della moneta di acquistare beni o servizi si riduce del 2% all’anno.
Quindi, nel caso del BOT di cui sopra, i nostri 100.136 € coi quali abbiamo comprato il BOT a 6 mesi di vita residua, al 14/6/2017 avranno un potere d’acquisto all’incirca pari a € 99.136 mentre per la scadenza del titolo ne incasseremo 100.000.
Questa è una prima spiegazione.
L’altra riguarda la liquidità presente nel sistema, che dipende dalle scelte di politica monetaria della Banca Centrale Europea. In questa fase, caratterizzata da rallentamento prolungato dell’economia, per favorire la ripresa e lo sviluppo, l’autorità monetaria immette moneta nel sistema, contribuendo per questa via a tenere i tassi a un livello molto contenuto al fine di favorire l’investimento delle imprese e la spesa delle famiglie. La liquidità, ovvero la moneta, è alla continua ricerca di impiego anche per periodi molto brevi: nessun grande operatore finanziario tiene in forma liquida enormi quantità di contanti.
In questo caso, sul breve termine, il prezzo dei titoli tenderà a salire per effetto della domanda sostenuta e quindi (come abbiamo visto la scorsa settimana) il loro rendimento automaticamente scenderà. E anche se sembra impossibile, scende fino a diventare negativo, ovvero si è disposti a pagare pur di collocare le proprie disponibilità liquide.
Questi due fenomeni contribuiscono a spiegare l’esistenza dei tassi negativi, che peraltro credo sia destinata a durare ancora per poco dato che le previsioni sono per un aumento dei tassi anche nella parte a breve.
Questo ci consente di introdurre l’argomento dei tassi variabili, di cui parleremo la prossima settimana.
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