Non cadere in tentazione (teniamoci la liquidità che tra poco arriva l'Orso)
Ormai giunti a metà di questo strano 2017, se non di veri e propri bilanci può essere tempo almeno di una verifica e aggiornamento della nostra asset allocation.
Dopo i primi due/tre mesi scoppiettanti e molto generosi per gli investitori e un secondo trimestre di cabotaggio ordinario, stretti fra Trump e le elezioni francesi, fra i tassi americani che (ancora) non crescono e il quantitative easing che (per ora) diminuisce molto lentamente, cosa ci aspetta nella seconda parte dell'anno?
I lettori fedeli di questo blog, che avessero avuto la voglia di seguirne le indicazioni, a questo punto avranno i portafogli molto liquidi, conseguenti al realizzo di investimenti plusvalenti. Il problema ora, come avrebbe detto il buon Vladimir Il'ič Ul'janov, é: che fare?
Certo, se la cuccagna del mercato azionario in costante crescita dovesse continuare ancora per molto tempo, tutto sarebbe bellissimo e molto facile. Il rischio é quello di restare con il cerino acceso in mano se i mercati, per un qualunque motivo, dovessero invertire la tendenza. L'esperienza insegna che in quel caso vendere diventa psicologicamente sempre più difficile: intanto i movimenti al ribasso sono in genere piuttosto rapidi; e poi si fa molta fatica a decidere di far fuori un titolo alla pari o in perdita, quando poche sedute prima lo stesso titolo presentava una ghiotta (ma solo teorica ahimè) plusvalenza.
Vediamo intanto di dare qualche indicazione, che possiamo ritenere ormai condivisa dai più autorevoli analisti.
- Azionario USA: anche se molti ritengono che ci sia ancora spazio per una crescita, i multipli sembrano alti e quindi i titoli piuttosto cari. Il consiglio è di ridurre.
- Azionario Europa: soprattutto dopo i recenti successi del fronte europeista in Olanda, Germania e Francia, molti vedono il comparto in miglioramento, ma dopo le forti crescite degli ultimi anni è più prudente non fidarsi e pertanto è meglio rimanere fermi o rientrare soprattutto dove ci sono plusvalenze, anche se modeste, da monetizzare;
- Azionario Italia: i multipli non sono esagerati, rispetto ad esempio all'azionario Europa, ma il mercato ha corso tanto, forse troppo, da qualunque parte lo si guardi. E’ ragionevole aspettarsi un forte ridimensionamento. Fa eccezione il mercato STAR dove spesso i multipli sono invece ormai fuori misura ma ciò nonostante continua a crescere per effetto, credo, della liquidità abbondante del sistema e dell'entrata a regime dei PIR (Piani Individuali Risparmio). Il consiglio è quindi uscire dall’investimento laddove è possibile farlo in utile, salvo singole posizioni su titoli in cui si crede: in ogni caso, meglio non prendere nuove esposizioni, a parte lo STAR ma con molta selezione;
- Obbligazionario Euro e USA: in entrambi i casi i tassi sono destinati a crescere, anche se il premio al rischio resiste. Meglio non fare nuovi acquisti, salvo qualche buon variabile High Yield;
- Obbligazionario Italia: alla luce della nuova debolezza del Governo, gli spread saranno prevedibilmente in crescita e pertanto meglio stare alla larga;
- Alternatives: interessante il private equity e non male anche il settore degli hedge funds;
- Emergenti: aspettative di crescita per Cina, Russia e forse Turchia; negative su Brasile e India;
- Immobiliare: potrebbe essere una buona chiamata quello residenziale e direzionale area Euro, forse anche Italia e Spagna;
- Beni rifugio: positivo sull'oro, a medio termine sarà in ripresa se lo scenario ribassista si verificherà;
- Valute: è decisamente una fase di relativa forza per l'Euro; potrebbe essere il momento giusto per comprare. In ordine di preferenza: Franco Svizzero, Rublo Russo, Lira Turca e Peso Messicano. Sul dollaro la previsione é più complessa: molti ritengono che debba scendere a 1,15 dall’attuale livello di 1,12. Può essere venuto il momento di iniziare a costruire una posizione nella valuta USA, fino ad arrivare al 15/20% del portafoglio.
Alla fine dunque, a parte qualche modesto ritocco, il portafoglio dell'investitore prudente é destinato a mantenersi in buona parte liquido.
Tenere i risparmi liquidi e vedere i mercati che ancora salgono naturalmente non fa un bell'effetto, ma l'esperienza insegna che dopo una fase prolungata di crescita (e ormai di tempo ne é passato molto), inevitabilmente arriva il crollo.
Anche il tempo dei tassi mignon o negativi ormai tende ad esaurirsi e con l'annunciato aumento dei tassi, i valori degli asset si ridimensioneranno.
A quel punto il nostro investitore modello tornerà ad affacciarsi in denaro sui mercati azionari e obbligazionari e certamente potrà fare buoni affari.
Il consiglio é quindi: non cadere in tentazione e resistere alle sirene dei colpi di coda della crescita
Commenti
E obbligazioni in franchi svizzeri? Emittente AAA?
Azioni aurifere? O, ma non ne so quasi nulla se ci sono obbligazioni "collegate" all'oro?
Grazie
R
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Il franco svizzero è una divisa destinata ad apprezzarsi nei momenti di incertezza e instabilità. Il rovescio della medaglia, soprattutto per emittenti super affidabili, è che i tassi sono negativi sulle scadenze brevi e centesimali sulle medie.
Più o meno stesso discorso per l'oro: sicuramente se si verifica un crollo dei mercati, il suo prezzo salirà. Ma anche l'oro non frutta interesse, per cui è possibile prendere esposizione o attraverso ETF ed ETC o con azioni di società sensibili al prezzo dell'oro. Non conosco obbligazioni legate all'oro.
In entrambi i casi si tratta di scelte prudenti ma non remunerative. Io consiglio di tenere in portafoglio una quota di 'beni rifugio' come CHF e oro appunto, normalmente non oltre il 5% ma che in momenti critici può arrivare anche al 15/20%. E forse ora è uno di quei momenti.
Spero di essere stato esauriente, caro Raffaello, e grazie per l'attenzione con cui mi segui.
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