IL CAPITALE EROTICO (2)
“Come l’intelligenza, dispiega il proprio valore in tutti gli ambiti della vita, dalle camere di consiglio alle camere da letto”
Proseguendo quanto detto la scorsa settimana, abbiamo visto che il capitale erotico non dovrebbe essere considerato secondo un’accezione totalmente negativa o totalmente positiva, ma come risorsa da utilizzare in maniera spontanea, personale ed equilibrata come fino ad oggi non è stata.
Un ‘vantaggio’ che la natura ha messo a disposizione e che è stato, solo per le donne, additato/reietto/svalutato nei secoli dalla società maschilista. Un vantaggio scomodo per chi deve imbrigliarlo, un vantaggio difficilmente inquadrabile e per questo rifiutato, un vantaggio così soggettivo e personale da destare timore.
Eppure è luogo comune che ‘la prima impressione è quella che conta’. Dunque al contatto iniziale con l’altro ci abilitiamo, seppur con una vaga coscienza, ad apparire interessanti; forniamo istintivamente uno stimolo all’interlocutore per far sì che ci ascolti, per renderci visibili, funzionalmente appetibili per la relazione che si intende intraprendere (sociale, lavorativa, di coppia …). Questo è il nostro capitale erotico. Quindi, per quale motivo non bisognerebbe usarlo? Per quale motivo non bisognerebbe addirittura allenarlo?
Anzi, visto che ogni nostra sfaccettatura contribuisce a creare una persona diversa e unica, si potrebbe suggerire a chi si affaccia sul ‘mercato’ delle relazioni sociali, di coppia, di lavoro, di non lesinare sul suo uso. Chi pensa per natura di esserne meno dotato, lo dovrebbe invece educare e sviluppare, perché spendere il proprio capitale erotico è una necessità, al pari di spendere il proprio capitale sociale, umano ed economico.
E’ chiaro che il fascino ha sempre connessioni, seppur non manifeste, con la sessualità.
Incitare ad usare il capitale erotico di ognuno di noi in maniera cosciente e fattiva è un incoraggiamento a non perdere le chances della vita, ma anzi ad ‘aggredirle’ utilizzando tutte le capacità a nostra disposizione.
Personalmente amo molto questa visione senza con ciò entrare nel piano morale: mi sembra la giusta aggressività per vivere l’esistenza in modo reattivo. Questo introduce a un concetto più profondo di partecipazione che è quasi empatico e comprende un coinvolgimento totale dei nostri sensi e una conoscenza più profonda delle nostre particolarità personali che sono poi le nostre ricchezze e, in ultima analisi, il nostro capitale personale. Mi sembra l’invito a un succulento banchetto il cui slogan potrebbe essere ‘partecipazione con consumazione’.
Nella storia dell’umanità il capitale erotico si è incontrato diverse volte con quello economico e ha fruttato alle donne una possibilità di ascesa sociale tramite la ‘formula’ del matrimonio. In parte questa associazione esiste ancora, ma preferisco pensare alle donne come esseri culturalmente sessuati e non succubi di una morale che confina il sesso nel solo ambito matrimoniale, ignorando il valore degli aspetti piacevoli e giocosi.
L’altro incontro tra capitale erotico ed economico riguarda il mestiere più antico del mondo …'ai posteri l’ardua sentenza’, se i posteri sapranno sviluppare la nostra futura civiltà in una cultura sessuata. In questo sviluppo verso una crescita matura dell’umanità giocano sicuramente tutte le comunità gay che, seppure numericamente inferiori, parecchio contribuiscono a far parlare di qualità della vita sessuale, di soddisfazione dei rapporti, di accettazione dell’altro, di armonia e completamento.
Tra l’altro, nel grande sviluppo dell’economia del sesso avvenuto negli ultimi decenni, si parla più spesso di erotismo, di capacità di seduzione, di bellezza, di richiamo sessuale, di sessualità, di fantasia, di socialità, cultura e intelligenza (si pensi alle geishe), insomma di capitale erotico.
Basterebbe pensare alla prostituzione insistendo sull’importanza dell’identità sessuale maschile e femminile e sulla capacità di sedurre. L’identità sessuale, che era uno dei cavalli di battaglia di alcuni gruppi femministi europei, andrebbe effettivamente rivalutata in chiave ‘moderna’.
Le attuali tendenze infatti propongono uomini che sono stati capaci di sviluppare il proprio capitale erotico, in modo da essere più attraenti per le donne (o anche per altri uomini), creando così un’uguaglianza di genere. Le ex femministe esulteranno di gioia? Non saprei, dato che avevano proposto nuovi modelli di femminilità opponendo al maschilismo una sorta di mix tra lesbismo, castità e bruttezza.
Senza nulla togliere ai movimenti culturali che si occupavano di genere, e che comunque hanno sviluppato discussioni, cultura e crescita intorno ai delicati temi della questione femminile, sembra veramente che questa sia la nuova tendenza, stimolata in parallelo dalla scalata delle donne alla parità nel mondo del lavoro.
Sia gli uomini che le donne sembrano apprezzare le doti di seduzione: perché negarlo?
La bellezza, come il capitale erotico, è un bene apprezzato e richiesto e, siccome scarseggia, assume un grande valore: la domanda resta sempre e ancora maggiore dell’offerta. Quindi questa quarta risorsa personale – la quarta tipologia di capitale - è in grado di trasformare lo status e l’interazione dei processi economici e sociali.
Spero che ora, ‘Il capitale erotico’, abbia riguadagnato il posto in prima fila, e non solo nelle librerie, così come si merita, senza ipocrisie limitanti che, dietro inutili veli, evitano che si parli di cose che conosciamo perché appartengono al quotidiano di tutti, ma delle quali solo pochi hanno coscienza.
CHIARA FALLETTI
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