I numeri dovrebbero rappresentare sempre la verità, e non dovrebbero prestarsi a equivoci, ma talvolta sono come la trippa: vengono tirati da tutte le parti. La statistica, essendo basata appunto sulla matematica, dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, ma spesso si presta a qualche taroccamento che viene utilizzato per dimostrare l’indimostrabile.

Così i numeri sulla pandemia, che con molta disinvoltura sono usati per giustificare i diversi colori che in questi giorni misurano il grado di libertà consentiti sulla terraferma. Almeno qui al largo le restrizioni non esistono...

Aumenta la contagiosità del virus, perché – ci viene spiegato – aumenta la percentuale di casi positivi sui tamponi effettuati. Ma con che criterio si stabilisce chi deve sottoporsi al tampone? Se lo si fa solo a chi ha avuto rapporti con altri positivi, oppure a chi già manifesta sintomi di infezione, è chiaro che si tira la trippa. E chi stabilisce, e in base a che cosa, quando si deve fare il tampone o quando non è necessario? Ah, saperlo...

Lo stesso per il numero di contagi: come si fa a sapere quanti sono i contagiati asintomatici rispetto alla popolazione? O si obbligano tutti a fare il tampone, come hanno fatto cinesi e altoatesini, oppure il numero che risulta ha ben poco significato.

Con tutto quello che di male si può dire dei mercati, almeno una cosa è certa: i prezzi sono il risultato di transazioni vere, in cui a quel prezzo c’è chi compra e c’è chi vende. Non come i risultati delle elezioni al tempo del Cavaliere, che quando perdeva diceva che erano sbagliati perché i sondaggi dicevano cose diverse.

                                                                                                            IL NOSTROMO