Anche se giù al nord non ce ne siamo praticamente accorti, è stata questa la settimana dell’estate di San Martino, quella che notoriamente dura tre giorni e un pezzettino. In realtà è parso più il tempo della nebbia agli irti colli, quella che piovigginando sale, e certamente siamo già ai manicotti e guanti.

I tre giorni e un pezzettino, metafora per indicare qualcosa che dura poco, come da Natale a Santo Stefano o – per i francofoni – l’espace d’un matin, è quella che si addice all’inflazione secondo la Fed, e anche ad altre banche centrali in merito all’inflazione. Sostiene Jerome Powell, e gli fa eco Christine Lagarde, che questa inflazione düra minga. E’ temporanea, passerà presto e non farà danni, dicono. E così pensano di tranquillizzare i mercati, che vedono l’aumento dei tassi come il fumo agli occhi.

Il Nostromo, propenso ahimè a pensare male e non avendo problemi di prossima rielezione (Powell) o di consenso (Lagarde), ritiene invece che ci porteremo dietro l’inflazione per lungo tempo. I segnali che arrivano, dalle materie prime all’energia al costo del lavoro in un ambiente in deciso sviluppo, non sono per niente incoraggianti sul fronte dei prezzi. Stateve accuorti.

                                                                                                                 IL NOSTROMO