I POTERI FORTI

I POTERI FORTI

Mer, 05/18/2022 - 10:17
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Le teorie complottistiche sono azzardate e fantasiose, ma spiegherebbero molti degli eventi attuali

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Ora è un po’ passato di moda, ma qualche anno fa era molto in voga il tormentone dei “poteri forti”. Di preciso nessuno sapeva cos’erano, chi li esercitasse e come li avesse acquisiti; ma tutti erano certi che fossero responsabili dei disastri, delle sventure, dei guai dell’umanità: da quelli planetari tipo guerre, pandemie, buchi dell’ozono, fino al traffico, allo smaltimento dei rifiuti, alle raccomandazioni sul lavoro e così via.

A pensare male, diceva un famoso saggio del secolo scorso, si fa peccato ma ci si azzecca. E forse proprio il fatto che ora i “poteri forti” sono spariti dal radar e dalle luci della ribalta è la miglior dimostrazione della loro esistenza. Insomma, tutt’altro che spariti, sarebbero vivi e lottano insieme a noi.

Facciamo allora un esercizio di fantasia e supponiamo che questi poteri esistano davvero e abbiano una formidabile capacità di influenzare e orientare comportamenti e grandi scelte politiche, con il fine di rafforzare e consolidare la loro posizione e continuare a guadagnare fiumi di denaro.

.poteri forti

In questo ipotetico scenario, tutto quello che sta succedendo nel mondo risulterebbe spiegabile e tragicamente consequenziale, addirittura tornando indietro di qualche secolo. Rivoluzioni, lotte di classe, rivolgimenti politici e sociali sarebbero tutti risultati di un complotto perpetrato da un ristretto comitato d’affari composto da banchieri, ricchi imprenditori, affaristi. Ad ogni passaggio ci sono gruppi sociali e politici che perdono, altri che guadagnano, formazioni politiche che aumentano consensi e vanno al potere e altre che vengono travolte, ma i nostri “padroni del vapore” moltiplicano affari e profitti.

Se qualcuno è utile alla loro causa, l’appoggiano e lo cavalcano fino a che non diventa troppo potente o ingombrante, dopo di che lo eliminano o lo ridimensionano. Le masse vengono manovrate con l’uso spregiudicato di qualunque mezzo possa essere funzionale alla causa: pubblicità, informazione, fake news,  panem et circenses, favoritismi, forniture militari, quantità enormi di denaro. Senza freni morali, senza limiti, né ideologie.

In finanza, volendo, le cose sono anche più semplici. Prima si fanno crescere i mercati in modo sproporzionato, guadagnando enormemente con le rivalutazioni dei portafogli. Una volta venduti gli asset e tornati in possesso della liquidità (quella iniziale moltiplicata per 4,5, …n volte), con poche manovre ben assestate si favorisce il crollo delle quotazioni facendo scoppiare la bolla speculativa e così sarà possibile ricomprarsi a prezzo di saldo gli stessi asset di cui a questo punto tutti vogliono disfarsi. Qualcuno (molti) rimangono sul terreno, ma la ruota torna a girare e loro, i fantomatici “poteri forti”, continuano a far cassa.

.giganti tecnologici cinesi

I giganti tecnologici cinesi stanno diventando troppo potenti? In 20 mesi Alibaba perde oltre il 70%. I big della Silicon Valley e del Nasdaq sono cresciuti troppo? Da inizio anno Apple -13%; Microsoft e Google -20%; Tesla – 25%; Amazon -33%; Facebook (ora Meta) – 40%. E senza che ci siano variazioni serie nell’andamento aziendale, anzi i dati trimestrali sono stati generalmente superiori alle attese.

Vogliamo scommettere che in questi mesi – insieme agli investitori che hanno fatto violente cure dimagranti - ci sono stati alcuni che hanno comprato a mani basse?  Compresi i cinesi che avevano visto i titoli delle loro aziende sempre più accumularsi nelle mani degli stranieri, e che se li sono ricomprati a valori di liquidazione.

I Cinesi, sempre loro. Pensare che il coronavirus sia un prodotto di laboratorio è sinceramente troppo anche per la dietrologia più spinta e per il nostro esercizio creativo. Tuttavia, è certo che per molti è stata una formidabile opportunità di business. Dai produttori di materiali sanitari ai centri di ricerca che in (relativamente) pochissimo tempo hanno messo a punto la molecola in grado di contrastare la pandemia, alle aziende in grado di produrne miliardi di dosi, ai reparti ospedalieri che quanti più casi di covid segnalavano tanto maggiori trasferimenti di risorse ottenevano.

E a proposito di risorse, chi temeva che i rallentamenti produttivi rendessero difficile finanziare la lotta al virus, si è presto tranquillizzato. L’Europa ha prontamente reperito i miliardi di euro del PNRR, gli USA ancora di più. Il debito pubblico è lievitato quasi ovunque, ma saranno le generazioni future a doversene preoccupare. Mentre i parametri di Maastricht (chi ricorda ancora il 3% del rapporto deficit/PIL in nome del quale molte aziende – asfissiate dalle politiche fiscali e monetarie restrittive per il controllo del bilancio – hanno dovuto alzare bandiera bianca?) sono ormai, e giustamente, storia.

E del resto, come ridimensionare l’enorme debito che si è creato? Con un’inflazione che, guarda caso, ha cominciato a crescere rapidamente ben oltre i livelli di guardia. E come combattere l’inflazione? Aumentando i tassi di interesse, che però così rischiano di strozzare l’economia e soffocare la ripresa post covid.

C’è poi tutto il capitolo bellico, che pure offrirebbe molti spunti di lettura diversi da quelli che giornalmente ci vengono dispensati in quantità industriali. Gli USA che trovano, in quattro e quattr’otto, 40 miliardi di dollari per spedire armamenti agli Ucraini; l’Europa che impone sanzioni rigidissime ai Russi e poi accetta di pagare le forniture in rubli; gli stessi Russi che, pur disponendo dell’invincible armada, si ritirano da Kiev e poi da Kharkiv con la coda fra le gambe. E anche in questo caso non è difficile trovare chi ha guadagnato a mani basse dalla corsa agli armamenti, così come con tutte le guerre che le superpotenze hanno favorito in ogni parte del mondo.

.superpower

Ma è chiaro che si tratta di esagerazioni: i “poteri forti” non esistono.

I cicli economici e quelli della finanza sono fisiologici. Il covid è stato originato dal pipistrello che l’ha trasferito all’uomo; la guerra è colpa di Putin che è guerrafondaio, vuole tornare alla grande Russia e forse ha qualche problema di tenuta dei consensi; l’inflazione è temporanea ed è giusto supportare gli Ucraini nella loro resistenza perinde ac cadaver. A pensare male non solo si fa peccato ma, soprattutto, ci si agita inutilmente.