Sicuramente al Nostromo sfugge qualcosa, ma per quanto si sforzi non riesce a capire l’ostinazione con cui c’è sempre qualcuno che organizza la raccolta di firme e tutti gli adempimenti connessi per far indire referendum che non hanno alcuna probabilità di raggiungere il quorum. Non che gli argomenti trattati (in questo caso lo strapotere della casta giudiziaria) non siano importanti, ma come pensare che l’italiano medio rinunci a un weekend di questo caldo inizio estate per restare a votare su qualcosa per cui paga profumatamente un esercito di parlamentari?

Si trattasse, per dire, dell’eutanasia o della legalizzazione dell’erba, magari potrebbe valerne la pena; ma gli aspetti tecnici e i dettagli da azzeccagarbugli di incompatibilità, reiterazione del reato, separazione della carriere… anche no, grazie. Cosa pensano di ottenere i promotori? Visibilità, attenzione, sensibilizzazione ai temi? Quando poi, a conti fatti, il numero minimo di votanti si rivelerà insufficiente, si torna al punto di partenza, come nel gioco dell’oca. Anzi, ci sarà una legittimazione elettorale per continuare a trascurare questi temi.

Soldi buttati, quelli del contribuente; tempo perso, il nostro, il loro e quello delle scuole costrette alla chiusura anticipata. Neanche ce ne fosse bisogno, con i conti dello stato in continuo peggioramento e debito pubblico in crescita. Una conferma che conviene tenersi lontani da investire in questo paese e che è meglio ritirarsi a vivere al largo delle coste.

                                                                                             IL NOSTROMO