Mai come di questi tempi è necessario saper cambiare rotta quando il vento muta direzione: lo sanno bene gli investitori, alle prese con le discese ardite e le risalite dei mercati. Tanto tuonò che piovve: alla fine la BCE ha seppellito l’era Draghi per imboccare con tono deciso e minaccioso la strada del rigore, sotto la spinta dei falchi che invocano sangue, sudore e lacrime. E allora avanti con l’aumento dei tassi e basta con gli acquisti di titoli per aumentare la moneta in circolazione.

Non siamo qui per chiudere gli spread, così parlò Christine. E lo spread si è spalancato. Brutta, bruttissima notizia per il nostro paese, sul quale del resto il Nostromo non ha mai nutrito eccessiva fiducia. Il mercato ha reagito con un brusco crollo, e il whatever it takes è ormai uno sbiadito ricordo.

I venti tornano a farsi minacciosi, le stime dell’inflazione sono state riviste al rialzo e quelle del PIL al ribasso; i gendarmi hanno chiuso le porte alle misure di sostegno post pandemia e i ragionieri dettano legge. Non saranno tutti esagerati? Forse il futuro non è così bigio come ce lo descrivono, ma nel frattempo tocca cazzare la randa.

                                                                                                    IL NOSTROMO