IVAN, TATIANA E LA BICICLETTA

IVAN, TATIANA E LA BICICLETTA

Mer, 06/15/2022 - 21:51
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Le condizioni di vita del russo medio tornano indietro di cinquant’anni

.vecchi in bici

Sarebbe bello se gli obiettivi della politica coincidessero sempre con quelli delle popolazioni governate; ciò vorrebbe dire che i leader tendono a perseguire gli interessi generali, o che quanto meno i loro interessi particolari non implicano un conflitto con quelli generali.

 

Negli anni ’80 del secolo scorso ebbe un certo successo la teoria della “società a somma zero”, elaborata da Lester Thurow, secondo la quale ai guadagni di qualcuno corrispondono le perdite di qualcun altro in modo tale che a livello complessivo la somma fosse appunto nulla. Se anche questa teoria non fosse verificata, è tuttavia evidente che se chi amministra una certa istituzione (governo o ente locale) persegue un proprio tornaconto personale, sicuramente da qualche parte uno o più soggetti ne avranno un danno o un minor potenziale guadagno.

 

Se ad esempio a capo di un governo ci fosse un imprenditore ancora titolare dei diritti della sua azienda, è molto probabile che un concorrente, i dipendenti, l’erario debbano subire perdite o minori profitti per effetto delle sue decisioni. È questo il caso eclatante del conflitto di interessi, di cui in Italia abbiamo avuto esempi eclatanti.

.berlusconi

Altre volte, invece, l’azione dei politici al governo mira a ottenere obiettivi meno evidenti, ma ugualmente in contrasto con l’interesse collettivo, come l’ampliamento del potere gestito, la visibilità, la crescita del consenso, la supremazia militare, provocando un peggioramento delle condizioni materiali della popolazione.

 

È questo il caso della Russia di oggi. Lo zar Putin, nel dichiarare guerra all’Occidente, ha fortemente compromesso il benessere dei suoi concittadini ed ha portato il paese su un piano inclinato di arretramento e di declino, oltre che di molto probabile default. Per molti aspetti questa situazione ricorda l’Unione Sovietica e, in generale, tutti gli stati il cui isolamento – provocato dalla volontà di non subire ingerenze o influenze dall’estero che possano “contaminare” la purezza di regimi autoritari – porta all’autarchia e alla chiusura di relazioni con l’esterno.

 

Nel caso della Russia, notoriamente ricca di materie prime energetiche e agricole ma povera di tecnologia, le sanzioni decretate dall’Occidente hanno comportato l’impossibilità di importare beni di consumo, parti di ricambio, servizi avanzati che stavano gradualmente avvicinando, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, il livello di vita dei russi a quello di europei e americani. Nella scelta fra Netflix e il Donbass, Putin ha chiaramente optato per il Donbass e ha costretto i suoi connazionali a privarsi di una serie di beni di consumo, automobili, tecnologia che ben difficilmente potranno essere rimpiazzati da produzione autonoma.

 

La superiorità dei sistemi aperti e interconnessi rispetto a quelli chiusi è di tutta evidenza: le risorse vengono impiegate laddove sono più produttive. Le automobili costruite in Russia sono meno affidabili, più brutte, meno efficienti di quelle occidentali; importarle dall’estero costa meno e consente di concentrare risorse in settori più produttivi.

.elvira nebiullina

C’è stata una dichiarazione della giovane governatrice della Banca Centrale Russa, Elvira  Nabiullina, che è passata pressoché inosservata, ed è un vero peccato perché è decisamente molto significativa. L’astro nascente della finanza russa – alla quale lo stesso Putin ha respinto le dimissioni dall’incarico, a dimostrazione del prestigio che si è conquistata – ha affermato che “l’economia russa dovrà adattarsi alla nuova realtà passando alla produzione di prodotti di generazioni precedenti”. Come dire che la guerra farà tornare il livello di vita dei russi a quello di una cinquantina di anni fa, non potendo più contare sui rapporti con il mondo più evoluto (a parte quelli, non certo a costo zero, con la Cina).

 

Per tornare alle automobili, i russi dovranno adattarsi a veicoli più costosi e meno efficienti, tanto che nel mese di maggio sono stati eliminati una serie di obblighi per la circolazione delle auto, dagli Abs agli Airbags alle cinture di sicurezza pretensionate: le aziende russe non sono infatti in grado di produrre questi dispositivi, e dall’estero le importazioni sono bloccate. Inoltre, parti di ricambio, pneumatici, guarnizioni, freni, componenti elettrici sono diventate praticamente impossibili da reperire.

.car

Fare in casa ciò che veniva comprato dall’estero non è facile né indolore: richiede tempo, formazione del personale, produzione di macchinari idonei, organizzazione del lavoro. Le dotazioni industriali sono soggette a rapido abbandono perché i pezzi di ricambio e materiali sono diventati introvabili e comunque costosissimi; basti pensare agli aerei, di molti dei quali è facile prevedere una rapida eliminazione dalle flotte in servizio, magari preceduta da una riduzione degli standard di sicurezza.

 

Più che il deterioramento delle condizioni economiche del paese (la Banca Centrale Russa prevede un calo del PIL compreso fra l’8 e il 12% e un’inflazione del 18/23%) è proprio questo arretramento tecnologico e produttivo che rende evidente come la guerra sia fortemente dannosa per il russo medio. Il miglioramento dei conti pubblici, dovuto all’impennata dei prezzi dei prodotti petroliferi e del gas naturale, è infatti essenzialmente teorico, perché le risorse aggiuntive acquisite non possono essere utilizzate per importare beni e servizi, che comunque subiranno ulteriori e forti aumenti di prezzo.

.banca centrale russa

Insomma, i poveri Ivan e Tatiana, che già faticano a capire perché mai il loro paese sta facendo guerra a un popolo tradizionalmente considerato amico (parla la stessa lingua ed ha la stessa formazione culturale), dovranno adattarsi a lasciare la macchina inservibile in garage e a girare di nuovo in bicicletta. Come al tempo dell’Unione Sovietica, quando però c’era almeno la speranza di un mondo nuovo di uguaglianza e progresso.

Commenti

Caro Marco, il tuo articolo sul possibile collasso economico e sul conseguente sterminio neomalthusiano dei luridi trinariciuti russi e soprattutto del bastardo zar Putin. al quale vengono attribuiti tre cancri alla tiroide, un possibile ictus e la raccolta delle sue feci da parte di un agente FSB secondo quanto riportato dalla grande agenzia ADNKRONOS che, con questo articolo fecale, è un fulgido esempio di giornalismo da premio Pulitzer!!! Putin non è più zar e tiranno di quanto non lo siano le massime dieci multinazionali planetarie che stanno portando ad un irreversibile incarognimento della guerra civile interna in corso negli USA da oltre dieci anni. Si parla di oligarchi, ma nessuno cita i magnati. Il giornalismo si nutre di frasi fatte, di slogan, ecc. Vorrei sapere dove erano questi scribacchini di ADNKRONOS, dell'ANSA, del Corriere della sera, della Stampa, di Repubblica, del Foglio, del Sole24ore, delle reti Rai, delle reti Mediaset e tutte le corifee del femminismo de noantri (boldrini, murgia, segre, fusani, gruber, ecc.), dai partigiani, dalle sardine, dalle grandi firme buoniste globaliste inclusive (riotta, severgnini, rampini, saviano, parenzo, fazio, ed altri) quando c'era la carneficina in Ucraina nel 2014 accuratamente organizzata dalla CIA e dai nazisti nipoti dei mercenari sterminatori Waffen SS, mentre adesso la sarabanda è organizzata dalla NATO finanziata dal ridetto manipolo di multinazionali????? Caro Marco, che ci piaccia o no, l'Europa è una realtà geopolitica collocata accanto alla Russia con la quale dovremo rapportarci, mentre gli USA e inglesi sono separati e protetti dall'Atlantico e fanno le guerre sul nostro sangue. La Russia se la caverà come ha storicamente fatto respingendo i Teutoni massacrati da Alexander Nevsky, poi gli svedesi due volte, poi i prussiani, poi i francesi, poi gli ucraini inglobati nelle divisioni WAFFEN SS nel corso dell'operazione Barbarossa... Aggredire la Russia ha sempre portato sfortuna. E questo accadrà anche con i guerrafondai della cia, nsa, dipartimento di stato, nato. Basta aspettare. E i Russi sanno aspettare e stritolare i loro nemici con calma, come il boa constrictor. Infine, questa volta non perdoneranno gli italiani che tratteranno come i tedeschi e le donne tedesche che si suicidavano affogando nelle acque gelide del fiume Spree durante la caduta di Berlino, pur di non finire nelle mani di un nemico che, per colpa loro, aveva avuto 27.000.000 di morti! Nessuna pietà! E' solo questione di tempo ...

Caro Marco, credo che tu abbia centrato in pieno ciò che accadrà da qui nei prossimi 3 anni, quando la Russia potrà vendere il suo gas e petrolio solo a Cina ed India non agli stessi prezzi dell’Europa, ma con una spesa per gasdotti e oleodotti di impegno miliardari , con il risultato di essere in ostaggio di Cina e India, gran risultato. Tenendo conto che non potrà emettere alcun titolo in qualsiasi Market al di fuori di India e Cine perciò abbraccio mortale!
Sulla stabilità interna russa avrei qualche dubbio in quanto , come hai tu ben descritto il tenore di vita non solo dei comuni mortali ma anche dei magnate direi ex sarà povero, tutto questo per un pezzo di terra inferiore a tutta la Sicilia, roba da matti.