Magari non sarà la più simpatica e popolare fra le campionesse sportive, e di certo un grande acume non lo ha dimostrato facendosi beccare in Russia con qualche grammo di hashish a pochi giorni dall’inizio della guerra. Ma che la cestista USA Brittney Griner non sia socialmente o politicamente pericolosa saremmo disposti a scommettere, così come sullo spregiudicato uso della giustizia da parte dei Russi: intanto mettiamola dentro (condannata a 9 anni), può sempre tornare utile.

E così è stato: alla fine è stata scambiata con il trafficante d’armi russo Viktor Bout, detto “il mercante di morte”, assiduo frequentatore dei principali teatri di guerra mondiali e condannato a 25 anni per cospirazione per aver tentato di uccidere cittadini e funzionari USA. Sarebbe interessante capire come sono stati valutati i due soggetti e in base a quali calcoli si è arrivati allo scambio 1:1 (non sappiamo se ci siano stati conguagli in denaro).

Qualcuno dice che lo scambio sul ponte delle spie sia comunque un buon viatico per i negoziati di pace, ma se il buongiorno si vede dal mattino, sarà ben difficile arrivare ad una soluzione equa e concordata. I tempi della guerra certo si sono allungati, e anche il mercato dell’energia si è ormai attrezzato fra blocchi dei prezzi e canali commerciali alternativi. Sembra che i russi ora vendano sotto costo agli asiatici, che poi rivendono agli europei entro il limite imposto, così tutti sono contenti. Di certo con la ripresa della Cina, il prezzo del petrolio tornerà ad aumentare, con buona pace di tutti.

IL NOSTROMO