Facile dire: se c’era super Mario non succedeva. E c’era da aspettarsi che i big dell’Europa prima o poi avrebbero fatto pagare a Giorgia il suo pregresso euro scetticismo. L’invito all’Eliseo da parte di Macron per la cena con Zelensky non è stato esteso alla nostra premier, ma solo al cancelliere Scholz, e questo è un chiaro messaggio in vista della prossima ricostruzione dell’Ucraina devastata.

Non è in discussione l’appoggio alla causa ucraina, l’invio di armi, uomini e soldi di oggi. Il vero affare sul tavolo è proprio quello della ricostruzione domani, e possiamo stare certi che le imprese francesi e quelle tedesche si spartiranno allegramente il bottino degli ingenti fondi che Europa, Stati Uniti e istituzioni finanziarie varie metteranno sul tavolo; a noi resteranno le briciole.

A proposito di Europa, dopo lo sprint di inizio anno i mercati azionari sono tornati a scendere, secondo le previsioni. Chi ha venduto (con soddisfazione) può pensare alle obbligazioni; chi è rimasto investito abbia pazienza qualche mese, che dopo la recessione tornerà il sereno anche nel vecchio continente.

IL NOSTROMO