C'ERAVAMO TANTO AMATI

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Mer, 01/05/2022 - 20:40
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Addio Blackberry: definitivamente rottamato il primo smartphone della Storia

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La notizia è passata giustamente inosservata, ma tutto sommato è di quelle che segnano un’epoca: con l’inizio dell’anno è andato definitivamente fuori uso, dopo 22 anni di onorata carriera, il primo smartphone della storia, il mitico Blackberry.

L’azienda candese che lo brevettò iniziò a produrlo nel 1999 e, fino al 2008 quando la Apple di Steve Jobs lanciò sul mercato l’Iphone, il BB ha regnato incontrastato nelle tasche dei businessmen e dei banchieri d’affari di tutto il mondo. La possibilità di ricevere ed inviare posta elettronica in qualunque punto della Terra dove ci fosse una connessione Internet, anche senza avere il personal computer, era una funzione di grande comodità per chi doveva vivere e lavorare in continuo movimento. Con quell’attrezzo infernale divenne improvvisamente possibile scambiarsi in tempo reale file di testo, fogli elettronici e presentazioni (i famigerati formati Word ed Excel e PowerPoint) che consentirono a molti di avere a portata di mano in ogni momento un vero e proprio ufficio mobile.

blackberry

Dobbiamo ammettere che, in quell’epoca, abbiamo cercato di resistere fino all’ultimo al fascino e all’utilità dello smartphone, un po’ per lo snobismo di fronte alle mode tecnologiche (non era ancora chiaro quanto avrebbero cambiato la vita di tutti), un po’ per il (vano) tentativo di mantenere una separazione fra tempo dedicato al lavoro e tempo libero (dovevamo essere noi a decidere quando leggere o inviare le email e, quindi, lo avremmo fatto in ufficio) e un po’ perché nel tentativo di usare la micro-tastiera, ogni volta si colpivano almeno tre tasti.

E in effetti il BB non lo abbiamo mai posseduto, anche perché la funzionalità, almeno nei primi tempi, non era certo perfetta e lavorare sui file era piuttosto difficoltoso. Quando però è arrivata la diabolica invenzione della Apple, non ci potevano essere più scuse e abbiamo, ahimè, capitolato. Da quel momento il tempo di lavoro ha inesorabilmente cannibalizzato anche l’altro tempo e tutti siamo diventati non solo raggiungibili in ogni momento e in ogni luogo (questo era già avvenuto con l’avvento del telefono cellulare) ma, soprattutto, in servizio permanente.

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Le email da allora ci possono raggiungere a ogni ora del giorno e della notte, in ogni luogo e in ogni situazione. È vero che in teoria possiamo ancora decidere di non aprirle, ma in pratica la notifica, più che un invito, giunge come un ordine tassativo a leggere il messaggio e a dargli riscontro.

E, d’altra parte, ogni volta che siamo noi a inviare una mail o un messaggio, ci attendiamo che quanto meno venga letta subito e, se entro pochi minuti non arriva la risposta, proviamo quanto meno una certa delusione o un fastidio.

Lo smartphone ha indubbiamente cambiato le nostre vite e il modo di lavorare. Naturalmente, da un punto di vista tecnico e pratico, è un grande progresso: tante attività, che prima richiedevano tempo e comportavano incertezze e possibilità di errori, ora vengono fatte in modo rapido ed efficiente. E’ aumentata la produttività del nostro lavoro, molti lavori sono scomparsi o sono sulla via della sparizione, altri (pochi per la verità) sono nati e si sono sviluppati.

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Il BB è stato il primo passo di questa vera e propria rivoluzione, anche se l’azienda che l’ha inventato non ha poi beneficiato del suo successo epocale. Un po’ come la mitica Olivetti di Ivrea, che – come evoluzione delle sue celebri macchine per scrivere - fu la prima a produrre in serie il personal computer, ma che è stata poi travolta dall’incapacità di seguire la domanda che aveva contribuito a generare.

La canadese BlackBerry è passata dai 19,9 miliardi di dollari del 2011 ai 184 milioni del 2021, quasi tutti realizzati con la vendita di software per la sicurezza informatica, avendo ormai completamente abbandonato il business degli smartphone. La società è stata anche oggetto dell’attacco – un paio di anni fa – di Robin Hood, la piattaforma che individuava aziende decotte o in crisi, ne promuoveva l’acquisto in massa da parte di piccoli e piccolissimi azionisti grazie ai prezzi molto bassi e ne faceva lievitare il valore di borsa. Un fuoco di paglia, interamente speculativo.

Secondo molti analisti, l’errore industriale della società fu quello di non aver creduto nella tecnologia touchscreen, che invece ha spopolato, restando affezionata alla tastiera fisica. In effetti, il design dell’oggetto era molto particolare e riconoscibile e anche chi non lo ha mai usato non poteva restare insensibile al suo fascino, legato indissolubilmente all’immagine dei businessmen che lo maneggiavano continuamente durante le riunioni.

olivetti

Certo, niente a che vedere con l’eleganza degli Iphone e di tutti gli oggetti Apple, che sicuramente ha contribuito al suo grande successo, ma la forma del BB aveva comunque una sua particolare bellezza, che richiamava la mora, da cui ha preso appunto il nome.

Gli oggetti passano, le mode anche. Ma senza voler esagerare la portata del BB, in questo caso bisogna riconoscere che è stato artefice di un cambiamento permanente e irreversibile del modo di lavorare. Inutile chiedersi se quello di oggi sia migliore o peggiore, così come è inutile avere nostalgia per il mondo “sconnesso” di solo qualche decennio fa. Fra un po’ ne resterà solo il ricordo degli anziani che lo hanno conosciuto, così come il telefono con la ghiera a disco, la macchina per scrivere Lettera 22 e la calcolatrice a manovella “Divisumma” e, forse, qualche esemplare nei musei di Design, come il mitico Brionvega in bianco e nero.

Una prece.