S’I FOSSE FOCO

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Mer, 10/05/2022 - 16:19
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Come sarà il nuovo Governo? Meglio un profilo tecnico o politico?

.fratelli d'Italia

Programma politico e ideologia di Fratelli d’Italia non ci appassionano, ma dobbiamo riconoscere che era ampiamente prevedibile, nella desolazione del panorama attuale, che una leader intelligente, giovane ma con una certa esperienza e mediamente presentabile come Giorgia Meloni facesse strike e sbaragliasse gli homunculi che la contrastavano.

 

Per questo non c’è motivo per non concedere alla premier in pectore la possibilità di dimostrare le sue capacità, non tanto di lettura politica – ampiamente dimostrate – ma soprattutto di leadership, di organizzazione e di gestione di una squadra di governo da lei indicata. Del resto, così hanno scelto gli Italiani e, sebbene la legge elettorale sia veramente un disastro, le indicazioni delle urne non hanno dato alcuna incertezza. Non solo: è nell’interesse di tutti che Meloni si dimostri veramente all’altezza del difficile compito che l’attende e che il nuovo Governo abbia successo in questa fase così delicata. Tuttavia, la nostra previsione - ahimè – è che anche questo Governo non duri più dei 10/12 mesi e che alla fine, come nella migliore tradizione del nostro paese, venga abbattuto dalle potenti raffiche del fuoco amico, più che dalle spallate di un’opposizione in corso di palese disgregazione.

 

Cecco Angiolieri diceva: “s’i fosse foco, brucerei lo mondo…”; molto più modestamente vediamo cosa faremmo noi se avessimo l’ingrato compito di formare un nuovo governo. Una sorta di gioco o di esercizio di fantasia, che potrebbe anche essere una specie di previsione sulle scelte effettive che verranno assunte.

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Il primo dilemma che si pone, più teorico che reale è: governo tecnico o politico? In realtà non esiste un governo completamente tecnico, ogni coalizione che si forma in parlamento è necessariamente politica, anche se ha nella propria compagine personalità indipendenti di riconosciuta e autorevole competenza specifica. Per molti aspetti, il governo Draghi – probabilmente il migliore che abbiamo avuto finora – è stato il più politico di tutti, anche se non si è identificato con nessuno dei partiti che lo sostenevano.

Se infatti ci fosse una netta e riconosciuta prevalenza dei tecnici, sarebbe meglio paradossalmente affidare il governo a un computer, che certamente potrebbe indicare le misure più efficaci e teoricamente più corrette.

Il senso del dilemma è piuttosto il seguente: meglio affidarsi a persone di comprovata lealtà e affidabilità oppure a quelli bravi? Meglio un oscuro yesman di partito oppure un autorevole e competente super-tecnico che sarà certamente meno manovrabile e più indipendente? Ovvio che qualunque capo ha bisogno di collaboratori fidati e alcuni di questi saranno sicuramente presenti nella squadra meloniana; ma è altrettanto ovvio che una certa aliquota di personalità universalmente riconosciute come capaci e, in quanto tali, rispettate e ascoltate all’estero sono necessarie.

.tecnico

L’ideale sarebbe poter avere a bordo lo stesso Mario Draghi, come ministro dell’economia o magari plenipotenziario per il PNRR, dotato dei poteri necessari per portare a buon fine l’acquisizione di risorse UE dalle quali dipende il nostro sviluppo dei prossimi anni. Se anche si potesse contare sul forte spirito di servizio e senso del dovere di Super Mario, che sarebbe un civil servant di lusso, è assai improbabile che questo accada, perché la stessa Meloni potrebbe – a ragione – temere di trovarsi sotto tutela e sostanzialmente commissariata.

La soluzione migliore potrebbe allora essere quella di creare un ministero ad-hoc per l’attuazione del PNRR, assegnandolo a un tecnico di comprovata e indiscussa capacità e autorevolezza e di collocare al Ministero dell’Economia uno dei fedeli, purché non sia completamente digiuno di questioni economiche e finanziarie e sia presentabile alla platea di Bruxelles.

Altro punto fortemente critico è il dicastero della Giustizia, uno dei crocevia della politica dei prossimi anni in quanto dovrà essere finalmente licenziata la riforma del sistema, sulla quale dovrà essere ricercato un punto di sintesi con la classe dei magistrati. In questo caso il candidato naturale sembrerebbe Giulia Bongiorno, e tutto sommato non sarebbe una scelta sbagliata.

.meloni

Altro portafoglio dove dovrebbe andare un tecnico è quello della Salute, non tanto per il rischio di dover fronteggiare una nuova crisi Covid (rischio che pure non è scongiurato, ma che - qualora si verificasse - renderebbe necessaria la sostanziale avocazione da parte del premier, come successe con Draghi), quanto perché le recenti esperienze dei politici sono unanimemente considerate fallimentari.

Lo stesso dicasi per l’Agricoltura, dove pure sembra profilarsi la candidatura di Gian Marco Centinaio, in quota Lega, che in passato non ha fatto male.

Le questioni energetiche, al punto in cui siamo, richiedono invece un profilo politico di alto livello. I problemi sul tappeto sono importanti e difficilmente rinviabili: dal ripristino delle centrali nucleari ai rigassificatori alla gestione dei contatti con i produttori di petrolio e di gas naturale.

Idem per gli Interni, con la delicata questione degli immigrati. Pare più necessario un politico che sappia contenere gli eccessi che non un super tecnico di polizia e servizi segreti.

Seguendo l’impostazione di Draghi, tutti gli altri ministeri possono essere tranquillamente lasciati a esponenti della coalizione, senza preoccuparsi troppo di competenze e professionalità. Il problema principale del nuovo premier sarà infatti quello di depotenziare eventuali mal di pancia di Lega e Forza Italia che, pur reduci da risultati elettorali molto deludenti, sono ancora numericamente indispensabili per la maggioranza.

.fratelli d'Italia

Non è chiaro se, a questo proposito, la nomina di due vice-premier (uno ciascuno ai due “compagni di merende” o a personaggi di loro fiducia) possa facilitare il compito di Giorgia oppure renderlo ancora più complicato.

Di sicuro l’impegno maggiore dovrà essere quello di fermare tutti coloro che cercheranno di salire sul carro dei vincitori, con acrobazie e salti mortali a cui purtroppo siamo abituati. E comunque, appuntamento fra qualche mese quando si tratterà di cercare un nuovo “salvatore della patria”, posto che Super Mario si guarderà bene dal tornare.