ANCHE PER URSULA UN’AGENDA DRAGHI

ANCHE PER URSULA UN’AGENDA DRAGHI

Gio, 09/05/2024 - 10:53
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Il rapporto di Mario Draghi sulla competitività ispira la nuova fase della Commissione UE

.concorrenza

L’agenda Draghi più nota, dalle nostre parti, era quella del programma che Mario Draghi aveva posto al centro del suo incarico di Primo Ministro e che aveva cominciato a realizzare, passo dopo passo, fino a che le truppe cammellate del Movimento 5 Stelle e, in parte, di Forza Italia, non decisero che bastava così, che era tempo che il governo andasse a casa. E Super Mario a casa c’è andato davvero, nonostante che molti lo vedessero alla guida della Commissione UE dopo la scadenza del mandato di Ursula Von Der Leyen.

Quella stessa agenda è poi stata ripresa in mano, talvolta con risultati anche migliori dell’estensore originario, dal nuovo Governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni[1] che, al contrario di Super Mario, può contare su una maggioranza solida e tendenzialmente obbediente in Parlamento.

Con una mossa a sorpresa, forse mirante proprio a escludere il nostro uomo di Stato più autorevole dalla competizione elettorale per la leadership della Commissione UE, Ursula nell’ottobre dell’anno scorso conferì a Draghi l’incarico di predisporre un rapporto sulla competitività del vecchio continente, che fosse non tanto un esercizio teorico e ideologico, quanto una guida pratica, con indicazioni operative chiare per chi aveva la responsabilità di riportare l’Europa al livello che le spetta nella concorrenza globale, recuperando in primo luogo quel divario che si è scavato negli ultimi decenni con le maggiori potenze mondiali, USA e Cina.

.difesa armata

E Super Mario ha preso l’incarico molto sul serio (non risulta, nella sua biografia fino ad oggi, qualcosa che non abbia fatto “molto sul serio”): ha redatto un tomo di circa 400 pagine che in questi giorni verrà presentato al Parlamento Europeo, ma che Ursula ha già cominciato a osservare per la formazione della nuova Commissione. La suddivisione delle deleghe ai Commissari dovrebbe infatti riflettere le indicazioni del rapporto Draghi, a cominciare dall’inedita delega sulla difesa comune, alla quale per la prima volta verrà data dignità di Commissario. Sembra addirittura che le lettere di incarico contenenti le mission per i Commissari siano riprese quasi letteralmente proprio da quanto contenuto nel dossier.

La difesa è in effetti uno dei quattro pilastri in cui è articolato il rapporto, probabilmente il più importante e il più atteso, dato che è stato l’oggetto delle anticipazioni trapelate fino ad ora, e incentrate su due aspetti in particolare: la necessità di attrezzare un’effettiva politica di difesa comune per l’Unione, superando i nazionalismi e i particolarismi in un settore che è diventato molto critico; e l’opportunità di sostenere le industrie europee impegnate nella produzione di armi, che gli attuali ostacoli burocratici espongono alla concorrenza mondiale[2]. Le società produttrici sono infatti di dimensioni ridotte e non riescono a coordinarsi, col risultato che i singoli paesi dell’Unione dipendono per l’80% da fornitori esterni, in primo luogo statunitensi.

.difesa

Ci sono però nel rapporto Draghi altri tre pilastri di importanza non certo inferiore: energia, industria e innovazione, e soprattutto c’è la raccomandazione di operare un “cambiamento radicale”, necessario per superare la frammentazione e realizzare una reale integrazione, respingendo le forze centrifughe dei vari sovranismi nazionali, dai Nuovi Patrioti a Marine Le Pen, a Viktor Orban, a Matteo Salvini, fino agli estremisti di destra di AfD (Alternative für Deutschland), recentemente affermatisi nelle elezioni locali tedesche.

Non mancherà il capitolo relativo alla transizione green, rispetto alla quale è però ragionevole aspettarsi una rimodulazione che tenga conto dell’effettivo impatto economico e occupazionale delle diverse misure paventate, anche se la rilevante presenza della compagine verde nello schieramento che sostiene Ursula lascia temere che il radicalismo ecologista continui a fare danni anche con il nuovo governo europeo.

.transizione green

È più probabile che la transizione davvero strategica sia considerata invece quella digitale, in grado di imprimere forza all’innovazione del sistema produttivo. In questo ambito, sarà sicuramente enfatizzata l’importanza di una politica industriale comune e integrata, meno dipendente dagli approvvigionamenti esterni e sempre finalizzata a sostenere lavoro e occupazione.

Un altro aspetto trapelato è quello relativo alle fonti di finanziamento per gli investimenti, nell’ambito dei quali è nota la preferenza dell’ex- Presidente della BCE per strumenti del debito comune. Sicuramente ci sarà un forte richiamo anche in favore dell’unione del mercato dei capitali, condizione necessaria per rendere più fluidi e favorire anche gli investimenti privati.

Molte delle indicazioni fornite da Draghi non sono novità e, oltre che dall’esperienza, sono dettate da buon senso ed equilibrio. Il fatto però di averle riunite in un’unica guida pragmatica e coordinata rappresenta certamente una novità; speriamo che sia davvero la volta buona per intraprendere la strada dell’integrazione e della competitività, anche se i particolarismi sempre presenti autorizzano qualche dubbio.

 


[1] Si veda il nostro Editoriale “Ri-dragation” del 31/7/2024 (https://www.marcoparlangeli.com/2024/07/31/ri-dragation)

[2] Si veda l’articolo apparso sul sito Politico in data 2/9/2024 “Defense firms need full access to EU cash as Putin haunts Europe, Draghi says” ( https://www.politico.eu/article/mario-draghi-report-european-union-ursula-von-der-leyen-funding-esg/)