ALLONS ENFANTS
Le elezioni presidenziali francesi: tappa decisiva per il futuro dell’Europa
Mai come negli ultimi anni si è sentito il bisogno di un’Europa forte, autorevole e coesa, che sia in grado di ricoprire il ruolo di protagonista sulla scena continentale e si ponga come credibile alternativa alle superpotenze mondiali per le questioni socio-politiche di natura strategica.
Dalle vicende dell’immigrazione, nelle quali per la verità sono emerse tutte le debolezze e gli egoismi dell’Unione che ha opposto resistenza a condividere con i paesi in prima linea i problemi dell’accoglienza e della gestione dei migranti, alla prova della pandemia, nella quale invece si è riusciti a far fronte comune all’emergenza sanitaria con buoni risultati.
Ma è con l‘invasione dell’Ucraina da parte dei Russi che si è manifestata in tutta la sua gravità l’assenza di una politica estera e di una difesa unitaria, al fine di evitare che il territorio continentale diventasse terreno di scontro nella lotta per la supremazia fra le grandi potenze, Russia da una parte e Stati Uniti dall’altra, con l’astensione – almeno per ora – dei cinesi, pronti a incassare la cambiale sottoscritta da Mosca sia per Taiwan sia in termini di vantaggio commerciale ed economico.
Molto faticosamente, questa volta, l’Unione sta percorrendo una strada comune nel fronteggiare la guerra alle porte di casa, sia fornendo supporto politico, finanziario e (ahimè) militare agli Ucraini, sia accogliendo i profughi. Questi ultimi si sono infatti riversati soprattutto in Polonia – ora disposta ad accoglierli, al contrario dei rifugiati di altre guerre ai quali aveva invece fatto muro, come se esistessero disperati di serie A e di serie B – ma poi si sono disseminati più o meno in tutti i paesi, seguendo le orme di parenti ed amici già trasferiti e radicati nelle varie zone.
L’Europa si trova ora a uno dei frequenti e decisivi punti di svolta, dal quale può uscire rafforzata e consolidata oppure drasticamente depotenziata: le elezioni presidenziali francesi, per le quali domenica prossima si svolgerà l’atto finale, ovvero il ballottaggio fra il Presidente uscente, Emmanuel Macron, e la sfidante Marine Le Pen, già sconfitta nella precedente tornata.
Se da una parte Macron ha posto, fin dall’inizio del suo ingresso sulla scena politica, la questione europea al centro del programma di governo, dall’altra Le Pen (figlia del fondatore fascistoide del Front Nationale) ha sempre propugnato un fiero sovranismo e di fatto una presa di distanza dall’Unione, anche se ultimamente ne ha invece riaffermato la validità, forse folgorata sulla via di Damasco dalle prebende riscosse come partito e dal fiume di denaro del PNRR.
Al di là delle affermazioni di principio, è chiaro che una vittoria della frontista, fortunatamente molto improbabile, costituirebbe una pericolosa saldatura con tutti i movimenti anti-europeisti, quali la Lega di Salvini o il partito del premier ungherese Orban, e sposterebbe il baricentro dell’Unione verso Est, da dove sono arrivati – guarda caso – ingenti finanziamenti.
Nel caso invece che vinca l’attuale Presidente, la trazione europea verrebbe esercitata dall’asse Roma-Parigi, molto solido grazie all’avvento di Mario Draghi che ha subito preso le distanze dalle simpatie per i gilet gialli del Movimento 5 Stelle e del precedente Governo, e alla debolezza sul fronte europeo della Germania post-Merkel, sulla quale pesa la forte dipendenza energetica dalla Russia.
Macron, Presidente di Turno del Consiglio UE per il semestre in corso, uno dei più difficili della sua storia, si è molto speso per ricercare una soluzione diplomatica alla crisi russo-ucraina, purtroppo senza risultati fino ad ora. Certamente, dopo la rielezione, tornerà alla carica, probabilmente assistito dal futuro premier francese, che si dice possa essere l’attuale Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde.
Dopo i disastrosi mandati presidenziali di Nicolas Sarkozy e François Holland, l’apparizione di Macron alla guida del partito da lui stesso fondato (EM, cioè en marche, ovvero in marcia, il cui acronimo ha non casualmente le stesse iniziali del leader) ha rappresentato un vero e proprio salto di qualità nella politica transalpina. Finalmente un Presidente giovane, motivato, con idee chiare e forte sostegno elettorale, che ha alimentato aspettative forse anche troppo elevate.
La prima fase del mandato è stata infatti abbastanza opaca, per non dire deludente, ma col passare del tempo l’azione di governo si è rafforzata e alla prova dei momenti difficili è stata senz’altro efficace. Le sue forti prese di posizione per la libertà di espressione – compresa quella di criticare la religione – e contro l’estremismo islamico sono state sicuramente importanti, anche se probabilmente gli hanno alienato molte simpatie dell’elettorato di sinistra.
Dopo l’uscita di scena di Angela Merkel e la Brexit, l’Europa vede ora fronteggiarsi due fazioni abbastanza distinte: da un lato – come si diceva – l’asse franco-italiano; dall’altro le rigidità dei cosiddetti “paesi frugali” e l’atteggiamento distaccato, per non dire diffidente, di polacchi e ungheresi.
In questa situazione non possiamo che fare il tifo per la Francia e per Emmanuel Macron.
Commenti
La Francia sta avendo una lenta eclisse come l'Inghilterra.
Entrambi sono ex potenze coloniali.
Entrambi sono economie predatorie che hanno riempito i loro musei con le opere d'arte italiane, africane e asiatiche (cfr il caso Malraux ministro di De Gaulle).
L'attuale disputa elettorale è una commediola recitata malissimo dagli interessati,
La sceneggiatura è miserabile. I tempi sono gestiti nel peggior modo possibile.
Perché elenco tutto questo? Per evidenziare che è tutta una farsa. La signora recita senza convinzione la parte della oppositrice, Il bambinello viziato cerca di parlare con calma ma i suoi cerulei e vitrei di cocainomane di lunga data, fanno trasparire impazienza, La sua gestualità emette la tensione di chi è abituato a non essere contraddetto, se non dai Rothschild, Soros, Atttali, Gates, Mellon, Goldman, Sassoon et similia - tutti suoi committenti che lo hanno insediato per obbedire con acribia alle loro direttive esecutive!
L'asse finanziario anglo-franco-USA sosterrà il presidente-bambinello-miracolato perché gli ALTI COMANDI MONDIALI utilizzano la Francia come martello per spezzare le gambe all'Italia non appenza tenta di fare i propri interessi e non quelli anglofrancotedeschiUsa, e come spazzino per le operazioni sporche in Africa e Asia.
Tutto questo non può essere gestito dalla signora .
NON RIENTRA NEI PIANI ...
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