PIATTA, INUTILE E INCOSTITUZIONALE

PIATTA, INUTILE E INCOSTITUZIONALE

Mer, 08/17/2022 - 23:02
|   
1 commento

Cerchiamo di capire cosa è e come funzionerebbe la flat tax, uno degli argomenti di punta della campagna elettorale del centro d

.disperato

Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale del centro destra è senza dubbio la proposta della flat tax, la cosiddetta “tassa piatta” che il leader della Lega Matteo Salvini auspica al 15%, Berlusconi al 23% e che il passato governo a guida 5 stelle comunque aveva posto come obiettivo esplicito.

 

Vediamo di capire, almeno per quanto a nostra conoscenza, di cosa si tratta e perché l’abbiamo definita, nel titolo di questo editoriale, “inutile e incostituzionale”.

 

Per delimitare il campo di indagine, è opportuno premettere che stiamo parlando di imposizione diretta sui redditi delle persone fisiche, poiché tutto il complesso delle imposte indirette (fra le quali in primo luogo l’IVA e le accise sui prodotti petroliferi) non ne verrebbe interessato e perché in sostanza le società già pagano un’imposta diretta ad aliquota unica sui redditi prodotti.

.aliquota

Le imposte dirette per le persone fisiche sono commisurate al reddito, ma la nostra Costituzione (all’art. 53) dispone che il sistema tributario sia informato a criteri di progressività. Ciò vuol dire che chi ha redditi maggiori debba pagare una porzione maggiore del suo reddito rispetto a quella che paga chi ha redditi più bassi. Senza entrare in complicati tecnicismi, questo vuol dire che – ad esempio – chi ha 30.000 € di reddito paga il 20% di tasse, e quindi 6.000 €, e chi ha 300.000 € ne paga il 40%, ovvero 120.000. La percentuale delle tasse dovute sul reddito conseguito si chiama “aliquota”, e quindi il criterio di progressività si traduce nel meccanismo che vede le aliquote crescere al crescere del reddito. La “flat tax” prevederebbe invece un’aliquota unica per tutti gli scaglioni di reddito.

Nel caso del nostro esempio, se le due aliquote venissero unificate in una unica del 30%, il primo contribuente si troverebbe a pagare 9.000 € e il secondo 90.000€. Quindi, in via di prima approssimazione e a parità di tutto il resto, l’aliquota unica avvantaggia chi ha redditi più alti e penalizza chi ha redditi più bassi.

.flat tax

Naturalmente, le cose non sono così semplici. Per capire dobbiamo allargare l’analisi ad altri concetti, quali il “gettito”, l’”aliquota effettiva” e il complesso sistema delle deduzioni e detrazioni. Il gettito è la quantità complessiva di denaro che l’erario incassa in un determinato periodo con le imposte; l’aliquota effettiva è il peso finale e complessivo delle imposte pagate da un contribuente rispetto al suo reddito netto disponibile; le deduzioni sono costi riconosciuti in diminuzione del reddito prima del calcolo delle imposte e le detrazioni sono costi riconosciuti in detrazioni direttamente dalle imposte da pagare.

 

Ovviamente, a seconda delle deduzioni e detrazioni nel singolo caso, l’aliquota effettiva risulta sempre diversa da quella teorica, Supponiamo, nell’esempio precedente, che entrambi i contribuenti possano usufruire di deduzioni dal reddito per 5.000 € e detrazione di imposta di 1.000 €. Nel primo caso l’imposta netta sarà di 4.000 € e l’aliquota effettiva passerà dal 20 al 13,3%; nel secondo caso l’imposta finale sarà di 117.000 € e l’aliquota effettiva del 39%.

 

È quindi del tutto evidente che il concetto di flat tax deve, per avere senso, essere integrato da quello di gettito e da quello di aliquota effettiva, ovvero di onere netto finale delle imposte sul reddito disponibile.

 

Se il gettito per lo Stato deve rimanere lo stesso, l’introduzione della flat tax, ovvero di un sistema ad aliquota effettiva unica – una volta considerate anche le deduzioni e detrazioni - comporterebbe un (consistente) trasferimento dell’onere fiscale da quelli che guadagnano di più, che risulterebbero così avvantaggiati, a quelli che guadagnano di meno, che ne sarebbero penalizzati. Se invece accettiamo che il gettito complessivo possa diminuire, allora può ben essere che tutti i contribuenti ne guadagnino, a spese ovviamente dello Stato. Ma questo avrebbe lo stesso effetto di una riduzione generalizzata delle aliquote effettive, sia riducendo le percentuali sia aumentando deduzioni e detrazioni. Equivarrebbe a dire: meno tasse per tutti, oppure solo per alcuni (a seconda dell’obiettivo).

 

Per questo la flat tax è inutile: lo stesso obiettivo, in modo più evidente e meno artificioso, lo si potrebbe ottenere con opportune modifiche dei parametri esistenti. E questo sia nel caso che l’obiettivo sia: meno tasse per tutti, che nel caso sia: più tasse ai poveri e meno ai ricchi. Ha solo il fascino del termine esotico e il subdolo populismo di nascondere la verità effettiva.

 

Non solo: come abbiamo visto, la flat tax sarebbe anche contraria allo spirito e alla lettera della Costituzione, almeno nella versione attualmente in vigore, che prevede la progressività. Certo, niente vieta che la Costituzione venga modificata, come anche per quanto riguarda l’altro grande tema dell’attuale campagna elettorale: il presidenzialismo.

.flaty tax

Il testo della legge fondamentale può essere lecitamente cambiato attraverso il metodo di revisione costituzionale, che prevede maggioranze qualificate molto ampie e votazioni ripetute. Quindi, il messaggio che viene fornito da chi propone flat tax e sistema presidenziale è che intende porre mano alla modifica della Costituzione, e che quindi prevede di conseguire un successo talmente ampio alle elezioni da poter contare nel nuovo parlamento su maggioranze qualificate.

 

 

 

 

 

Commenti

Un paio di considerazioni: togliere le deduzioni e le detrazioni, evita contenziosi e spese ed intoppi per la giustizia e ne conosciamo bene l’importanza per i mancati investimenti stranieri, ma soprattutto dà certezza di quanto devi pagare, così le commissioni tributarie e equitalia non avrebbero ragione di esistere ma solo un controllore di cui abbiamo vari reparti GDF e pol tributaria , UIF ed altri…
Sul fatto di cambiare la costituzione non solo in questo caso andrebbe cmq messo mano perché non più rispondente alla nostra epoca, sulla progressività non è un dogma ma vediamola anche come uno sprone a guadagnare di più sapendo che si pagherebbe poco di più di tasse, lo so che può sembrare poco a difesa dei poveri ma nell’Italia dei nostri genitori mica c’erano bonus detrazioni e altre offerte da supermercato ci si impegnava fortemente a lavorare senza aspettare l’ASSISTENZA ciò che oggi formiamo la nostra classe dirigente ma soprattutto i nostri figli, prima non ero d’accordo con questo ragionamento ma oggi purtroppo devo convenire che è tutto sbagliato solo per motivi elettivi e null’altro, io posso parlare perché sono uno paga le tasse perciò non ho bisogno di nascondermi, poi sulla progressività si può trovare un scala di massimo due scaglioni accettabili… tutto qui., grazie.