Pillole di Finanza: l'incertezza delle previsoni
Le previsioni sono incerte per definizione, quelle di finanza molto spesso anche inattendibili. E poi, se uno sapesse con esattezza cosa sta per succedere, perché mai dovrebbe fare previsioni invece di trarne profitto diretto?
Questo è vero, ma solo in parte. In prima battuta è possibile ragionare fondandosi sul presupposto della razionalità: se tutti si comportassero in modo razionale, allora succederebbe questo o quest'altro. Il fatto è che spesso i mercati sono irrazionali e, come tali, imprevedibili.
E inoltre: quasi sempre è un problema di tempistica: magari l'evento previsto effettivamente si verifica, ma solo dopo molto tempo e, intanto, tutto il resto si modifica.
E allora? Dobbiamo dare credito alle previsioni o è meglio tenersene alla larga? In realtà nessuna delle due.
Prendiamo ad esempio il caso Brexit e l'elezione di Donald Trump alla Presidenza degli Stati Uniti. In entrambi i casi i sondaggi politici hanno clamorosamente "toppato", ma chi avesse seguito i consigli degli osservatori di finanza più attenti - si veda ad esempio:
- certamente non avrebbe perso soldi, anzi ne avrebbe guadagnati.
Nel caso del referendum costituzionale, invece, è successo l'esatto contrario: le previsioni dei sondaggisti si sono verificate, mentre quelle degli operatori finanziari sono state colte di sorpresa.
Avrebbe allora sbagliato un investitore prudente a seguire i consigli razionali degli esperti? Certamente no. Vediamo perché.
La vittoria del NO, nella previsione della maggior parte degli analisti di mercato, avrebbe portato ad una brusca caduta della borsa italiana e ad un aumento dei tassi sul debito pubblico (i BTP e gli altri titoli di Stato avrebbero visto i loro prezzi crollare), oltre che ad un indebolimento dell'Euro nei confronti del dollaro.
La borsa in realtà si è mantenuta stabile, i BTP sono effettivamente calati e il dollaro si è rafforzato, anche se di poco. Le indicazioni di buon senso e prudenza erano: restate liquidi in attesa di vedere che succede e magari comprate dollari. L'indicazione più aggressiva era: vendete le azioni, al limite anche allo scoperto.
Ebbene, solo chi avesse venduto allo scoperto avrebbe perso qualcosa (e neanche tanto); chi avesse seguito solo i consigli di prudenza avrebbe fatto bene.
La conclusione: seguiamo pure i consigli degli esperti che fanno previsioni finanziarie, ma comportiamoci sempre con prudenza e razionalità. É sempre utile capire quale sarà il punto di caduta: se un’indicazione espone al pericolo di perdite consistenti al verificarsi di un dato evento, anche se consente ottimi guadagni nel caso in cui la previsione sia accettata, é bene non seguirla anche a costo di qualche rinuncia.
Nel caso di eventi importanti, infatti, la prima regola é: non riportare danni. L’approccio che qui consigliamo é quello dell’investitore razionale e prudente, non certo quello dello speculatore. Rifugiarsi nel corner della liquidità é sempre una buona opzione, meglio il rimpianto di aver perso un buon guadagno che il danno di una perdita per comportamento azzardato.
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