Qualche dubbio era lecito porselo quando si lesse che alcune amministrazioni pubbliche, particolarmente sportive, avevano promesso come premio a chi si vaccinava un hamburger con patatine, uno spinello, col motto Joints for Jabs (canne per punturine) o addirittura un fucile. Certo, uno dovrebbe chiedersi, perché mai premiare chi fa una cosa riconosciuta come utile, quando non indispensabile, per la propria salute e per quella degli altri?

Un po’ come Laocoonte quando, vedendo il cavallo di Troia, mise in guardia i suoi concittadini contro i Greci che portavano regali. Nessuno regala niente, né hamburger né cavalli di legno. Alla fine Troia verrà bruciata e, anche se quel vaccino verrà ritirato (da noi in occidente, ma resterà sempre l’Africa, ovviamente a spese nostre), il Covid sarà comunque sconfitto: la storia va come deve andare.

Neanche i mercati regalano, e prima o poi le banche centrali dovranno mettere all’ordine del giorno il problema dell’inflazione, che sta allegramente veleggiando negli USA oltre il 5 per cento; i tassi saliranno e la pacchia finirà davvero. Ma fino ad allora conviene restare investiti, pronti però a saltare giù dal treno prima che deragli. Come le vergini con le fiaccole accese in attesa dello sposo: vegliamo perché non è dato sapere né il giorno né l’ora.

                                                                                                            IL NOSTROMO