MODALITA’ STAND-BY
In Agosto meglio andare in vacanza e tenersi lontani dai mercati
Speriamo che non succeda come l’anno scorso: tutti allegramente in ferie e, al rientro, tutti di nuovo chiusi in casa per la recrudescenza del contagio. Quasi una nemesi per gli eccessi estivi e gli assembramenti vacanzieri. Quest’anno c’è però il vaccino e, se è vero quello che ci dicono, col 60% della popolazione già inoculata, non dovremmo ricadere nel baratro. Nonostante questo, ci viene consigliata ancora prudenza, e allora che prudenza sia, anche nella gestione del portafoglio.
Il consiglio che diamo agli investitori è infatti quello di prendersi un bel mese di vacanza, evitando di incrementare le esposizioni e magari facendosi ritrovare alla riapertura delle danze con una bella riserva di liquidità, che potrà servire per fare qualche altra buona incursione o, se le cose si mettessero male, per evitare brutte sorprese.
Vediamo cosa ci aspetta in questo mese.
Il principale driver continuerà ad essere l’atteggiamento delle autorità monetarie sia in America che in Europa, molto più che l’andamento dei contagi. In particolare, l’appuntamento è per fine Agosto a Jackson Hole, quando presumibilmente la Fed (la banca centrale americana) comunicherà cosa intende fare nei mesi successivi. La riunione della scorsa settimana, infatti, ha avuto un esito interlocutorio e la decisione è stata, come si dice da noi, di “riparlarne dopo le ferie”.
L’alternativa non è affatto facile: se si continuerà a pompare moneta nel sistema, i mercati continueranno a mantenersi tonici e non dovrebbero esserci contraccolpi, i tassi si manterranno bassi e non si pregiudicherà la ripresa economica, ma ci si esporrà all’impennata dell’inflazione, che già sta crescendo a ritmi superiori al previsto.
Se invece si invertirà la rotta (adottando la policy del tapering, ovvero del rallentamento degli acquisti di titoli da parte della FED, che immette moneta nell’economia), si bloccherà l’inflazione ma si penalizzeranno le imprese con l’aumento dei tassi, che renderà più oneroso indebitarsi e investire, si fermerà la crescita economica e i mercati potrebbero risentirne pesantemente.
Probabilmente si sceglierà una via intermedia, ma questo non impedirà di leggere la tendenza da parte degli analisti in un senso o nell’altro, col risultato di non ottenere i potenziali benefici e anticipare gli effetti negativi.
I mercati restano comunque ben intonati, e anche lo scivolone della scorsa settimana è stato assorbito in due-tre giorni senza grandi problemi. Per questo è opinione diffusa che – pur con grande volatilità – i prezzi delle attività finanziarie resteranno elevati almeno per i prossimi mesi, salvo che appunto dalle autorità monetarie non pervengano forti segnali di restrizione.
Il mese di agosto è tradizionalmente caratterizzato da volumi scarsi e con tutta probabilità non succederà niente di importante almeno fino all’Economic Policy Symposium, in programma a Jackson Hole, in Wyoming, dal 26 al 28 agosto.
Il mercato azionario, sia in America che in Europa, dovrebbe comunque avere qualche mese ancora di buona intonazione, sia perché i portafogli sono ancora molto liquidi e non esistono alternative reali all’investimento in azioni, sia perché comunque i risultati del primo semestre comunicati dalle società quotate sono in generale molto buoni. Il pericolo di un aggravamento del contagio, con conseguente ritardo nel processo di ripresa economia e produttiva, non è considerato particolarmente incombente e c’è da tenere presente che molte aziende hanno comunicato ambiziosi programmi di buy-back.
Tali programmi consistono nel riacquisto di azioni proprie, che entro certi limiti e con determinate condizioni, una società può realizzare col duplice obiettivo di sostenere il corso delle proprie azioni e di investire liquidità in un titolo che, per definizione, deve ritenere in crescita: il proprio.
Con il riacquisto, in via immediata si rafforza la domanda, che porta il prezzo a salire; e in ottica successiva si aumenta la redditività dei titoli stessi in quanto i dividendi futuri verranno ripartiti fra un minor numero di azioni (quelle riacquistate vengono escluse dalla distribuzione).
Siccome molte società hanno annunciato al mercato questi programmi, in caso di tendenza alla diminuzione dei prezzi, la loro attuazione dovrebbe riportarli in alto.
Oltre all’azionario USA e a quello europeo, continuiamo a vedere con favore anche l’Area Pacifico, nonostante il recente ribasso delle azioni cinesi, dovuto quasi esclusivamente alla politica di penalizzare le aziende tecnologiche che hanno forti connessioni con gli Stati Uniti. Il sistema è ancora molto solido e in caso di cessione generalizzata da parte degli investitori stranieri, i cinesi saranno ben lieti di ricomprarsi i loro titoli a prezzi di saldo.
Fra i settori su cui vale la pena investire quote anche marginali del portafoglio con un’ottica di medio termine, sono molto interessanti quelli della cyber-security e dell’intelligenza artificiale. In questo caso possono essere facilmente acquistati sul mercato ETF o quote di fondi comuni che potranno dare un contributo positivo alla redditività. Allo stesso modo vediamo molto favorevolmente l’investimento in titoli sensibili all’oro (anche in questo caso ETF), che dovrebbero avvantaggiarsi in caso di impennata inflazionistica.
Le obbligazioni sono invece attese in ribasso, come effetto del previsto aumento dei tassi, per cui al momento è bene starne lontani. Parimenti, non riteniamo ancora maturi i tempi per tornare a investire sul mercato italiano, nonostante le positive aspettative sul nuovo governo e i buoni risultati della produzione nell’ultimo trimestre (+2,7%), perché le carenze strutturali del nostro sistema economico e produttivo sono ancora le stesse di pochi mesi fa e, per di più, le voci insistenti di uno spostamento del premier Draghi al Quirinale rischiano di pregiudicare quanto di buono fatto finora.
In conclusione, per questo mese è bene disintossicarsi dal mercato, pronti a rivedere l’asset allocation strategica alla ripresa settembrina.
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