Magari non quella che voleva il grande Vasco, ma in questo scorcio di 2023 anche il povero investitore dovrà abituarsi alla vita spericolata: sarà bene prepararsi a vivere sul filo del rasoio, con mercati in perenne fibrillazione, attraversati da grande volatilità, con frequenti discese ardite e risalite come negli ultimi giorni. La situazione a Gaza sembra ormai metabolizzata, e anche se il rischio di estensione del conflitto in Iraq e Siria è sempre presente, per ora sembra tutto sotto controllo. I dati dell’economia reale mostrano sì un rallentamento, ma pare più uno scivolamento gaduale che non una recessione, e le autorità monetarie hanno per il momento fermato l’aumento dei tassi.

Questo spiega il forte rimbalzo degli ultimi giorni, anche se basta poco per vedere i prezzi crollare ancora: una nuova crisi in Cisgiordania oppure una ripresa dell’inflazione. La buona notizia è che non sono in vista i crolli sistemici tipo 2007/2008 che qualcuno paventava, per cui chi ha comprato titoli con buoni fondamentali può stare ragionevolmente tranquillo e non farsi prendere dal panico.

I giochi veri si faranno l’anno prossimo, in Europa con le elezioni del nuovo Parlamento e negli USA con le Presidenziali, che si avviano a presentare una nuova edizione dello scontro Biden – Trump. Una vera consolazione per noi di una certa età, che consideravamo gli USA un posto in cui si dava spazio ai giovani con rottamazione dei vecchietti, e che ora stanno invece diventando una vera e propria gerontocrazia.

IL NOSTROMO