SE MILLE MILIARDI VI SEMBRAN POCHI

SE MILLE MILIARDI VI SEMBRAN POCHI

Lun, 02/26/2024 - 17:19
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Ciao ‘nvidiosi!

.invidia

La vicenda di Nvidia, il gigante americano dell’intelligenza artificiale, è incredibile e stupefacente: in otto mesi la sua capitalizzazione di borsa – ovvero il valore che il mercato le attribuisce - è cresciuta di oltre mille miliardi di dollari, attestandosi (per ora) a 1.970 (miliardi di $)

Nessun’altra società nella storia ha avuto una performance del genere, nessuna ha avuto la capacità di trascinare, da sola, con i suoi movimenti, il listino del Nasdaq, dove è quotata.

Tanto per dare un’idea di cosa parliamo, alcune cifre: un anno fa il titolo quotava 235,01 dollari, oggi 788,17: quasi tre volte e mezzo di più. Come dire: chi avesse investito a fine febbraio 2023 10.000 Euro in azioni Nvidia, si troverebbe oggi a detenere l’equivalente di circa 33.000 Euro, al netto della svalutazione del dollaro che nel frattempo ha perso il 2%.

Nell’ultimo anno la Società ha realizzato 61 miliardi di dollari di fatturato e 30 miliardi di utile (contro, rispettivamente 30 e 4,3 nell’anno precedente): come dire che di ogni dollaro che fattura, mezzo si trasforma in utile netto. Ha un utile lordo (EBITDA, ovvero utile prima di ammortamenti, oneri finanziari e imposte) pari a 34,5 miliardi di dollari. Praticamente, il suo bilancio è quello di uno Stato sovrano di medio-grandi dimensioni.

.nvidia

Molto probabilmente se togliessimo dall’indice Nasdaq il titolo Nvidia, la performance borsistica dei tecnologici americani, che quest’anno hanno dato grandi soddisfazioni agli investitori, sarebbe stata negativa. L’azione tratta oggi a un rapporto prezzo/utili (il famigerato P/E) di 66,23: come dire che, investendo in una azione della specie, occorrerebbero 66 anni di utili per recuperare il valore pagato. Per comprendere meglio: la teoria economica sostiene che il valore di riferimento di questo indice dovrebbe essere compreso fra 10 e 20, perché in genere oltre 20 il titolo è considerato eccessivamente caro.

Ma cosa rende così appetibile, profittevole e ricercata l’azione Ndivia? Per rispondere a questa domanda, centrale per la nostra analisi, prendiamo in prestito quello che scrive il più brillante e acuto degli strategist italiani, Alessandro Fugnoli di Kairos Group[1].

La risposta più semplice e immediata è: l’intelligenza artificiale (AI), anche se Nvidia non produce o utilizza l’AI, ma fornisce i semiconduttori, elementi indispensabili a chiunque voglia avvalersi di questa tecnologia. Un po’ come “i produttori di badili e setacci che vendevano i loro prodotti ai cercatori d’oro”, come dice Fugnoli. Per questo motivo l’andamento di Nvidia è forse l’indicatore più attendibile dell’impatto dell’AI sul mercato finanziario. Impatto che, fino ad ora, è stato davvero dirompente, probabilmente maggiore di quello che – almeno nel breve o medio periodo – sarà l’effetto della stessa AI sulle dinamiche economiche e culturali.

.ai

Dopo un primo periodo di forte enfasi sull’impatto dell’AI nella nostra società, infatti, sembra che stia prevalendo un atteggiamento più razionale e cauto. Nessuno può ragionevolmente dubitare che ogni attività umana ne possa essere interessata: dai processi produttivi, al commercio, al lavoro, alla formazione, fino alla scrittura, alla musica, alle arti figurative. Ma è altrettanto vero che – almeno fino allo stato di evoluzione attuale – l’intervento umano, a livello di impostazione, interazione, controllo e così via, non può essere sostituito tout-court. Può essere casomai supportato, migliorato, reso più economico, ma rimpiazzato ancora no.

Del resto, per fare un esempio, dal primo prototipo di auto senza guidatore alla messa su strada sono passati circa venti anni e ancora non abbiamo raggiunto un livello di affidabilità che consenta una sicurezza accettabile.

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La finanza normalmente anticipa i fenomeni, per cui alle prime avvisaglie gli asset correlati all’AI hanno visto i loro titoli esplodere. Il rischio è ora che questo si trasformi in una bolla finanziaria, come spesso è successo in passato. Ma Nvidia dovrebbe essere abbastanza immune da questo rischio, in quanto non utilizza, come si è detto, l’AI, ma rifornisce coloro che la utilizzano, e che possono avere successo o meno, sostenendo in prima battuta il rischio di default. I semiconduttori servono infatti a un’infinità di usi industriali, non solo a quelli connessi all’AI. Non che Nvidia non possa sgonfiarsi: ormai abbiamo imparato che quando le cose si mettono male, nessuno può ritenersi al sicuro. E sappiamo anche che nella moderna società capitalista, se i percorsi di successo sono più rapidi che in passato, a maggior ragione i crolli possono essere davvero improvvisi e fulminanti.

Altro fenomeno da sottolineare è l’influenza dei pochissimi campioni tecnologici sull’indice Nasdaq: l’incredibile performance dell’ultimo anno e il raggiungimento di continui livelli record sono dovuti ai cinque titoli guida del listino, mentre il resto delle società hanno perlopiù vivacchiato o guadagnato poco. Una tale concentrazione di mercato non è una buona notizia per i risparmiatori, che in via generale dovrebbero poter puntare sull’indice piuttosto che sul singolo titolo.

Se sia ancora una buona opzione comprare oggi azioni Nvidia non è possibile prevederlo; certo è che la sua vicenda farà parte da qui in avanti dei testi di storia della finanza.

 

 

 

[1] Cfr: “Nvidia” il Rosso e Nero, Settimanale di strategia di Kairos Group, 22/2/2024 in https://www.kairospartners.com/wp-content/uploads/2024/02/rn-20240222.pdf