AVVISO AI NAVIGANTI - STUDENTI SERPENTI
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A preoccupare non è solo la protesta degli studenti che boicottano le iniziative di collaborazione culturale con organizzazioni israeliane o impediscono agli ebrei di parlare - come accadeva in oscuri tempi non rimpianti – perché in fin dei conti l’esuberanza dei giovani, quando non travalica in atti violenti, può anche essere naturale. Ciò che più preoccupa è però l’asservimento di chi gestisce le università e il loro chinare il capo alle richieste di bavaglio, che ci porta dritti dritti alla deriva americana della cancel culture. Come quando, dopo l’invasione dell’Ucraina, vennero prontamente cancellati i corsi di letteratura russa. La libertà di espressione e di approfondimento culturale dovrebbe essere un bene non negoziabile e non in discussione.
Anche perché poi l’intolleranza genera mostri, e provoca distorsioni, tipo quella della bella manganellatrice d’Ungheria, per la quale pochi si sono preoccupati del motivo per cui è stata arrestata e tutti – giustamente – per l’esibizione in catene (trattamento, peraltro, a cui si è ricorsi anche dalle nostre parti all’epoca di tangentopoli). Cosa mai potrà insegnare ai giovani una che va a Budapest a manganellare chi non la pensa come lei? A ben vedere, se accettiamo di non far parlare chi ha idee e storie diverse, non ci dobbiamo stupire se poi andiamo a manganellarli.
In questi tempi di guerra e intolleranza, tutto sommato il mercato – con la sua neutralità (ma quanto potrà durare?) – costituisce un’oasi di normalità da business as usual. In corso d’anno ci saranno i famosi tre tagli dei tassi di interesse, che daranno ancora corda alle azioni e all’apprezzamento dei bond. Certo, bisognerà vedere come vanno gli utili e l’economia, ma tutto sembra ancora ben intonato. Sempre che non scoppi davvero la terza guerra mondiale, perché allora non ce ne sarà più per nessuno.
IL NOSTROMO
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