Bisogna riconoscerlo: il ragazzo ha del talento. Sono mesi che viene dato per spacciato, contestato dalla base, insidiato dai colonnelli del partito e dai generali venuti da fuori; e tuttavia Matteo Salvini è sempre là. Ad ogni piè sospinto costringe la povera Giorgia a spegnere i princìpi di incendio che scoppiano nella maggioranza, e in effetti non si capisce bene cosa possano avere in comune lui e Tajani.

Del resto chiodo scaccia chiodo: cosa c’è di meglio che aizzare gli ultras della Lega contro il povero Tajani per alzare un polverone che metta a tacere i nefasti effetti di un chiodo messo male alla stazione Termini? Certo, si dirà, non è colpa sua: con tutto il daffare che ha per postare sui social (ultima perla quella dei nonni il giorno del blocco ferroviario), come potrebbe fare anche il ministro dei trasporti?

Intanto ci avviamo allegramente a celebrare la sfida presidenziale USA, dalla quale è ben difficile che esca qualcosa di buono. La Fed si appresta, in vista di tale appuntamento, a un ulteriore abbattimento di mezzo punto dei tassi e comunque vada le spese pubbliche aumenteranno a dismisura. Tutto sommato buone notizie per chi investe sull’azionario, un po’ meno per chi vorrebbe entrare nel mercato obbligazionario. Consoliamoci col petrolio, destinato a salire specie se Israele bombarderà i pozzi iraniani.

                                                                                             IL NOSTROMO