Il grande Galileo diceva che è meglio una piccola verità che una grande bugia. Buon per lui che non ha vissuto ai tempi dei social e di internet, altrimenti avrebbe sprecato tutto il tempo a difendersi dalle false informazioni, dalle fake news e dalle menzogne diffuse ad arte a vario titolo. Scoprire le piccole verità nel mare di bugie che ci circonda è diventato quasi un mestiere, come dimostra la vicenda di Twitter. L’acquisizione più clamorosa di questo secolo, quella dell’uccellino cinguettante da parte di Elon Musk, è bloccata perché sembra che gli account di spam/fake degli utenti siano ben superiori al limite del 5%, condizione imposta per il successo dell’operazione.

Certo, lo zar di tutte le Russie è maestro indiscusso nell’arte della menzogna, dell’omissione e dell’esagerazione. Ma anche da quest’altra parte della barricata non è che si scherzi. Più forte è la grancassa, meglio si imbosca la bugia. La guerra è solo il caso più recente, e certo non sarà l’ultimo, ma anche durante la pandemia – per dire - siamo stati sommersi da informazioni monodirezionali spesso di attendibilità molto dubbia.

Come se noi che andiamo in mare dovessimo fare i conti con bollettini meteo sistematicamente sbagliati e cartine nautiche taroccate. Anche in finanza la corretta informazione e la conoscenza sono tutto: mai come ora bisogna fare attenzione e non credere ai profeti di sventura. Ci aspettano giorni difficili, ma non siamo al redde rationem; la ripresa dei mercati arriverà prima del previsto.

                                                                                                  IL NOSTROMO