Pillole di Finanza: corsi e ricorsi
Non c’è niente che abbia maggior successo, in finanza, delle suggestioni cabalistiche o di quelle basate sui corsi e ricorsi storici, spesso senza alcun evidente motivo razionale, ma sempre molto seguite, del tipo “non sarà vero ma ci credo”. Un po’ come gli oroscopi, cui pochi ammettono di credere ma che tutti leggono con curiosità.
Sell in may and go away: il vecchio adagio riferito alla borsa americana, ad esempio, è ancora uno dei più popolari nel nostro Circo Barnum della finanza. Poi magari succede, come in Italia nell’anno appena finito, che a maggio-giugno sarebbe invece convenuto comprare per vendere ora dopo il rally autunno-inverno.
La cabala, ma anche l’evidenza statistica, indicano che ora i portafogli azionari dovrebbero essere alleggeriti e le gradite plusvalenze di chi ha comprato, appunto, in primavera, realizzate. Nelle prossime settimane (o mesi) chi ci crede dovrebbe chiudersi in difesa e praticare un bel catenaccio. Alcuni parlano di “apocalisse finanziaria prossima ventura”, e comunque quasi tutti mettono in guardia dalla probabile inversione del ciclo, nonostante che i multipli di borsa e i fondamentali possano far prevedere ancora un’ulteriore possibile prolungamento della crescita dei mercati azionari.
Se stiamo alla cabala, non c’é dubbio che il 17 sia un numero che fin dall’antica Roma é stato ritenuto portatore di sventura (XVII sarebbe infatti l’anagramma di vixi, ho vissuto, ovvero ero e non sono più).
Non solo, ma ciclicamente gli anni che terminano con il 7 si ricordano per eventi finanziari catastrofici o comunque infausti: il 1987 del crollo di Wall Street con il celebre venerdì nero, il 1997 con il quasi default della Russia, il 2007 con l’inizio della grande depressione mondiale originata dai subprime e culminata col fallimento Lehman Brothers.
Più degno di fede é però l’andamento storico dell’indice S&P 500, il paniere formato dalle 500 maggiori società quotate USA e indicatore principe del mercato azionario statunitense e, per estensione, mondiale.
Ebbene, il grafico di questo indice mostra chiaramente che periodi di crescita intensa che durano 4/5 anni sono seguiti da 2/3 anni di crollo. Dal 1996 e 1997 (anno di minimo, come si diceva sopra) fino alle torri gemelle nel 2001, l’indice é cresciuto di circa il 110%. Dopo essersi dimezzato, dal 2002 lo S&P 500 é tornato a crescere fino al 2007 di un altro 121%. Con la grande crisi il crollo è arrivato al 55% e infine dal 2009 a tutto il 2016 l’impennata é stata di quasi il 300%. Se gli scricchiolii che si sono avvertiti nell’anno da poco concluso (rallentamento della crescita in Cina, flussi calanti del commercio mondiale, correzioni anche importanti dei mercati avvenute nella prima parte dell’anno) sono le prime avvisaglie di una nuova imminente crisi, allora i timori possono non essere ingiustificati.
É vero che l’inflazione può (e dovrebbe) ancora crescere, e che le previsioni sugli utili aziendali non sono così preoccupanti, ma ridimensionare a questo punto la componente azionaria dei portafogli a vantaggio della liquidità o – al limite – di obbligazioni a tasso variabile potrebbe essere un comportamento prudente e razionale per evitare brutte sorprese. Come dire: meglio aver paura che buscarne.
Commenti
Buongiorno,
come prima cosa le auguro un buon anno non fosse altro per essere scaramantico.
Sono un risparmiatore più attento ad imparare che ad investire inopinatamente in quanto sono stato scottato più volte. Ho letto con interesse la sua mail e condivido i timori in merito ad una possibile caduta nei prezzi delle azioni. Tale probabile caduta giustifica una certa prudenza nellâapproccio agli investimenti in azioni. Vengo al dunque: che ne pensa se in linea a questa tendenza ci si alleggerisse dei fondi azionari a lungo
termine e si cominciasse a comprare degli Etf short? Ho notato ad esempio che lâETF (codice ISIN FR0010446146) di cui sottopongo il grafico a 5 anni ha raggiunto quasi i prezzi supporto. In attesa di un suo gradito parere la saluto cordialmente. Pierangelo Cambiaso
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Grazie dell'interesse con cui mi segue, Pierangelo, e tanti auguri di buon 2017 anche a lei.
Venendo alle sue domande, sono propenso a vedere con favore l'alleggerimento del comparto azionario in un portafoglio prudente. Devo però dire, come ho scritto anche nella pillola, che gli analisti vedono ancora margini di crescita soprattutto in Europa e Italia, mentre sull'azionario Usa in genere prevale il sentiment negativo.
Sulla seconda parte della domanda, sono un po' in difficoltà perché, come avrà visto, sul blog non parlo mai di singoli titoli. Peraltro su quello che le interessa non ho neanche trovato il regolamento per cui ho solo visto il benchmark e il track record. Si tratta di un ETF che punta sul ribasso (short) ma non ha leva, ovvero non ricorre all'indebitamento. Il calo degli ultimi due mesi riflette quindi l'andamento del mercato molto positivo. Fra alleggerire il portafoglio azionario e andare corti, c'è una bella differenza e un grado di rischio molto diverso. Per un investitore prudente io non consiglierei mai, in generale, una strategia short. Come ho scritto nella pillola, preferirei orientarmi sui bond a tasso variabile, contando su una riduzione degli spread.
Spero di essere stato esauriente o almeno utile. Continui a seguirmi e grazie.
ANCHE OGGI NON MI E' MANCATO IL TUO COLTO E CALDO LAVORO OTTIMA INTRONIZZAZIONE PER IL PROSSIMO FELICE ANNO MAURO DURANTE
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