Insights

Non solo TAV

27 August 2019 | By Marco Parlangeli
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La recente vicenda della TAV, incentrata sull’opportunità o meno di realizzare la rete ferroviaria ad alta velocità nel tratto Torino – Lione, è stata una delle cause della caduta del “governo del cambiamento” in Italia ed ha da tempo assunto un rilievo importante del dibattito politico nazionale, condizionata anche dalla vivace e a tratti violenta protesta degli ambientalisti. Questi ultimi, sostenuti dal partito di maggioranza relativa della coalizione governativa, si oppongono alla realizzazione dell’infrastruttura che, a loro avviso, danneggerebbe in modo irreversibile l’ecosistema della

L'Europa in cerca di leader

16 April 2019 | By Marco Parlangeli
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Su una cosa europeisti e sovranisti si trovano d’accordo: non esistono oggi nel vecchio continente leader capaci di prendersi sulle spalle i destini dell’Europa. Il declino della lunga parabola politica di Angela Merkel apre un vuoto che nessuno sembra al momento in grado di colmare. Anche se la cancelliera ha sempre privilegiato e anteposto gli interessi nazionali a quelli europei, è innegabile che – forte anche di un consenso che ora comincia a scricchiolare – ha sempre avuto quel carisma e quella statura che le hanno consentito di dialogare da pari a pari con i grandi della terra, in primo

Il Fiscal Compact rischia di uccidere l'Europa

18 July 2017 | By Marco Parlangeli
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Il futuro dell’Italia, come quello di tutti i paesi più deboli dell’Unione, è strettamente legato all’Europa: se c’erano pochi dubbi prima, ora è ancora più chiaro, dopo che nelle tornate elettorali di quest’anno i partiti e i movimenti populisti e anticomunitari sono stati notevolmente ridimensionati. Inoltre, sempre negli ultimi mesi, l’evidente recupero della situazione greca e il ritorno “in bonis” della Repubblica Ellenica come emittente di titoli di debito ha chiaramente mostrato che con uno sforzo comune di istituzioni e BCE anche le situazioni più critiche si possono risolvere

E' giusto che lo Stato salvi le banche?

11 July 2017 | By Marco Parlangeli
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Dopo le recenti vicende che hanno interessato il Monte dei Paschi di Siena e le banche venete in difficoltà, si è discusso molto se fosse giusto e soprattutto “eticamente”, se non politicamente, corretto impiegare risorse pubbliche per evitare il fallimento degli istituti di credito. In un periodo di crisi in cui i default aziendali si susseguono nel nostro paese al ritmo di diverse unità se non decine alla settimana, molti si chiedono se salvare una banca e, ad esempio, lasciare al suo destino un’azienda manifatturiera, magari di notevoli dimensioni e con molti dipendenti, non sia

Ucraina: 3 anni di guerra civile, e un futuro incerto

9 May 2017 | By Marco Parlangeli
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Il racconto dei due articoli precedenti era arrivato alla deposizione e precipitosa fuga dell’ex premier Viktor Janukovyc, leader del Partito delle Regioni, molto vicino alla Russia di Putin e oligarca molto discusso, che era riuscito ad accumulare una ingente fortuna. I disordini di Maidan assumono ben presto, al contrario delle rivoluzioni “colorate” nate nelle ex repubbliche sovietiche un decennio prima, la connotazione di moti violenti, finalizzati non tanto a riformare in senso democratico lo stato attraverso il confronto politico, quanto a sovvertire il regime, obiettivo raggiunto con la

Ucraina: 10 anni di mancate riforme

2 May 2017 | By Marco Parlangeli
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Abbiamo visto nel precedente articolo come, dopo la dissoluzione dell’URSS, nel 1991 l’Ucraina dichiara la sua indipendenza e nel 1996 il Parlamento emana la nuova costituzione. Nel 2004 la nazione è proclamata repubblica parlamentare, grazie soprattutto all’influenza dell’ala riformatrice. Le elezioni del 26 dicembre di quell’anno sono vinte in stretta misura da Juscenko, sostenuto dalla mobilitazione popolare della “rivoluzione arancione” guidata da Juljia Tymoscenko, leader avvenente ma discussa oligarca, che in breve tempo era riuscita a costruire una notevole fortuna sia patrimoniale che

Ucraina: guerra alle porte di casa

25 April 2017 | By Marco Parlangeli
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Si dice che oggi l’informazione sia eccessiva e che il problema non sia tanto che le notizie non si trovano, ma che ce ne sono troppe. Ebbene, sorprendentemente ci sono invece fatti, anche importanti e potenzialmente devastanti, su cui viene fatta calare una coltre di assordante silenzio. Per infrangere il muro di omertà, è necessario andare a cercare blog e social al di fuori dei media tradizionali. E’ il caso della guerra che abbiamo alle porte di casa, di cui da noi nessuno parla e che avrebbe pesanti conseguenze economiche per tutti gli stati interessati e per l’Unione Europea: la guerra

Europa da abbattere, da abbandonare o da rinforzare?

7 February 2017 | By Marco Parlangeli
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L’Europa non sta vivendo un momento di particolare popolarità, né dall’esterno, né dal suo interno. Dall’esterno è ampiamente prevalente il coro di critiche e di attacchi politici a questa Unione e anche allo stesso concetto di Europa: basti pensare alle parole dure, se non sprezzanti, di Donald Trump e alla distanza di Putin, aggravata dai fatti di Maidan a Kiev, dove l’Unione Europea ha giocato, insieme agli Stati Uniti di Obama, un ruolo di disgregazione dello stato ucraino rendendolo da anni un focolaio e teatro di guerra civile. Ma gli attacchi più insidiosi provengono, come sempre, dal

Euro e dintorni
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Marco Parlangeli Mar, 01/31/2017 - 07:44

Nel precedente articolo abbiamo parlato del confronto fra libero mercato e protezionismo, oggi affrontiamo un tema che, pur diverso, si può considerare molto collegato e vicino al precedente: l’introduzione dell’Euro é stata un fattore positivo per l’Italia oppure si stava meglio quando si stava peggio? Il collegamento sta nella radice ideologica della posizione a favore del protezionismo, nella quale si può ritrovare molta consonanza con coloro che criticano non solo la moneta unica, ma anche la stessa permanenza italiana nell’Unione Europea. In entrambi casi si preferirebbe una società