In uno dei primi articoli del blog, parlando di megatrends, avevo scritto che una delle poche certezze (sempre che questa parola si possa impunemente usare in finanza) del panorama economico era il futuro aumento del prezzo del petrolio. In effetti, il prezzo del brent un anno fa era 27 dollari e ora è raddoppiato, a 54/55. Se quella era una previsione relativamente facile, dato il livello particolarmente basso raggiunto, cosa possiamo aspettarci da ora in avanti, mettiamo per i prossimi 6/12 mesi? Iniziamo col dire che chi avesse seguito quel suggerimento, se avesse seguito anche la regola
La forte crescita degli scambi, il movimento di merci, capitali e persone e le comunicazioni hanno consentito la creazione di un mondo globale, con grandi vantaggi e aspetti problematici. Con la crescente contrapposizione fra USA e Cina, la globalizzazione come l’abbiamo conosciuta finirà. Nuovi equilibri e nuovo ordine mondiale
Non sarà il mitico milione di nuovi posti di lavoro, ma l’aumento dell’occupazione è tangibile, soprattutto per le tipologie più stabili. Torna a funzionare la correlazione diretta fra aumento della produzione e aumento degli occupati
Probabilmente è ancora troppo presto, ma i tempi sono maturi per tornare a valutare il mercato obbligazionario. Il successo dell’emissione ENI a 5 anni per il mercato retail: finalmente una buona opportunità anche per il “parco buoi”
Il paragone con gli anni ’70 non regge; l’inflazione ora fa meno paura, ma occorre tenere d’occhio la recessione che potrebbe affondare i mercati.
Le banche centrali continueranno ad aumentare i tassi di interesse e a drenare la liquidità per combattere la pressione della domanda sui prezzi, ma sarà inevitabile l’effetto collaterale della recessione e della disoccupazione. Solo allora – non prima della primavera – converrà tornare a investire in modo stabile
Le banche centrali continueranno ad aumentare i tassi di interesse e a drenare la liquidità per combattere la pressione della domanda sui prezzi, ma sarà inevitabile l’effetto collaterale della recessione e della disoccupazione. Solo allora – non prima della primavera – converrà tornare a investire in modo stabile
Abbiamo davanti un paio di mesi di buone opportunità per la gestione tattica, ma con l’inizio dell’anno è attesa la recessione, per la quale è bene farsi trovare liquidi, per poi investire stabilmente alla fine del ciclo. A quel punto si potrà valutare anche l’obbligazionario
L’intonazione complessiva del mercato resta negativa fino al prossimo anno, ma l’ultimo trimestre potrebbe presentare un rimbalzo interessante con buone occasioni per la gestione tattica dei portafogli
Se guardiamo a 12 mesi, con inflazione ai massimi, economie in difficoltà e policy monetarie restrittive, è meglio tenersi liquidi; se invece alziamo lo sguardo a 24 mesi le indicazioni possono essere opposte. A breve termine continua la nebbia fitta
Come più volte accaduto in passato, la vittoria della destra non potrà mettere in pericolo l’assetto istituzionale e democratico e il lavoro di Draghi non verrà (almeno all’inizio) vanificato per la sua forza inerziale. I problemi verranno dopo, quando avremo bisogno dell’Europa e non è detto che non ce la facciano pagare.
