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Tra poco al Nostromo toccherà tornare in terraferma, se vorrà vaccinarsi. Ammesso e non concesso che nella graduatoria messa a punto dalla “banda del buco” sia previsto di vaccinare anche i lupi di mare, magari dopo gli operai agricoli e prima degli stiliti. A richiamarci alla memoria il celebre film di Mario Amendola degli anni ’60, non è tanto una certa somiglianza del commissario straordinario agli affari di virus a Morbidone, il protagonista, quanto l’idea del “buco” che ricorda l’iniezione, una fattispecie che per chi ha fatto il militare non è eccessivamente piacevole. E soprattutto la

Si torna a parlare tanto, troppo, di banche e di risiko bancario. L’argomento che da settimane tiene banco è Unicredit. La consecutio temporum è lineare: prima iniziano a circolare con insistenza voci di un’acquisizione di MPS che il Ministero dell’Economia è tenuto a cedere entro l’anno prossimo; poi viene nominato Padoan (ex ministro PD dell’economia e neoeletto deputato nel collegio di Siena-Grosseto) presidente del colosso di Piazza Gae Aulenti. Infine il capo azienda plenipotenziario Mustier, appena insediato il nuovo presidente, se ne va sbattendo la porta, e il mercato penalizza

Sarà l’eccesso di bianco in testa, ma al Nostromo, normalmente per nulla incline ai rimpianti e alla nostalgia, ogni tanto càpita di pensare che si stava meglio una volta, al tempo della vituperata “Repubblica delle banane”. Bei miei tempi, quando si poteva andare in giro impunemente dove si voleva, quando nei sabati d’inverno ci si rinchiudeva in un cinema e poi ci si sedeva in compagnia per una pizza o anche solo un aperitivo. Quando ci si insospettiva se qualcuno si presentava in banca a volto coperto e mai avremmo pensato di mettersi invece una maschera davanti al cassiere. Quando c’erano

Anno bislacco, questo 2020, bipolare e ciclotimico, all’insegna del contagio. Quasi un mese di indifferenza assoluta dei mercati, poi la primavera di passione, poi il crollo abissale come se non ci fosse un domani. E alla fine il mese più bullish della storia (novembre). Anche dicembre è cominciato all’insegna del toro, poi chissà. Durerà? E fino a quando? E poi ci sarà lo scoppio della bolla o solo una pausa di rimbalzo, prese di beneficio e riflessione? Ah, saperlo! Nel frattempo il Nostromo – prima che scatti il divieto di movimento totale – prenderà il largo, dove (almeno si spera) non

Trump è fuori, Maradona è morto e anche i mercati prima o poi torneranno normali. Che il tempo degli eccessi sia davvero finito? Certo, dopo l’allegro assai viene sempre un adagio, e in questi ultimi anni il mondo è sembrato andare spesso sopra le righe. Pericoloso e folle (Trump, Maradona, la crescita dell’azionario), ma almeno ci siamo divertiti. Forse è l’ora di tornare seri, e qualcuno ha letto nel virus un castigo divino tipo Sodoma e Gomorra. Godiamoci almeno l’ultimo regalo del pibe de oro: per qualche giorno ha oscurato nei giornali, tv e social le ferali notizie sulla pandemia e ci ha

La gatta frettolosa fece i gattini ciechi, recita un noto (e saggio) adagio popolare. La sindrome del “santo subito”, che portò all’ultraveloce canonizzazione di papa Giovanni Paolo II sulla scia della forte emozione popolare per la scomparsa di Carol Wojtyla, in tema di salute può effettivamente essere molto pericolosa. Sia chiaro che il Nostromo non ha alcuna simpatia per le tesi deliranti dei no-vax, ma quando uno del mestiere mette in guardia – anche se con toni eccessivi – dall’eccessiva accelerazione delle procedure nei protocolli di validazione del vaccino anti-Covid, crede che sia bene

Ora che sembra un pugile suonato alle corde, anche se non rinuncia a deliziare il mondo di Twitter e quello vero con le sue sbruffonate, Trump rischia di diventare quasi simpatico. Non che le sue minacce di azioni legali debbano essere prese sotto gamba (è un problema di Sleepy Joe, che peraltro ha già attrezzato una corposa squadra di avvocati). Ma certo, ora la sua verve comica ha modo di esprimersi al meglio. Tuttavia la storia del vaccino mRNA di Pfizer e Biontech, o meglio del suo annuncio urbi et orbi alle 12,43 di lunedi 9 novembre, merita una riflessione senza pregiudizi. Non è che una

Se ci fosse stato uno come Lenin, avrebbe detto: “trumpismo malattia infantile della democrazia”. Come si diceva appunto da ragazzi “o gioco o do noia”, volendo significare che non si sarebbe mai accettato di guardare gli altri senza partecipare. O sono protagonista o faccio di tutto per sabotare. Così il biondo ha dichiarato che, se alle elezioni non dovesse prevalere su Biden, certamente sarebbe colpa dei brogli sul voto postale e ne contesterebbe con tutti i mezzi legali la validità. Come dire: il sistema che ho amministrato negli ultimi quattro anni non è in grado neanche di garantire la

Il Nostromo, da vecchio lupo di mare, è abituato a trovarsi isolato e a non seguire troppo le idee prevalenti e le mode del momento. La settimana passata ha visto i mercati fibrillare, con l’incubo del ritorno del disastro pandemico e del blocco totale. Era previsto, ma non è la fine del mondo, né il crollo del sistema. Il tempo di vendere è passato, ora bisogna stare fermi e aspettare. Meglio non entrare in un saloon dove tutti si picchiano e volano schiaffi. Comunque vadano le elezioni in USA, qualunque sia l’evoluzione del corona, per quanto grave sia il crollo dei dati economici, i governi

Non solo sui colli, ma anche in mare si vede una fitta nebbia. Nell’imminenza di San Martino, che speriamo porti almeno qualche giorno di bel tempo, i mercati sono difficilmente decifrabili, avvolti appunto da fitta nebbia. E non è detto che dietro la nebbia ci sia il sole. Sono due i fattori all’origine della nebbia: le elezioni in USA ormai sul filo di partenza e i timori per la ripresa del corona. Il primo non si saprà come andrà a finire, ma sembra improbabile che il biondo lasci la scena senza colpo ferire, e il secondo finirà quando arriva il vaccino. Nell’attesa, siamo sulle montagne